(Adnkronos) – "Nel 2022 ci siamo finalmente risvegliati e oggi possiamo dire con maggiore sicurezza che siamo ripartiti, sia come fiere, sia come sviluppo immobiliare (che non avevamo mai smesso), sia anche come formazione, con un master internazionale lanciato quest'anno e in partenza a gennaio". Il presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, traccia all'Adnkronos un bilancio dell'anno che sta per chiudersi. I risultati, se pur ancora solo approssimativi, raccontano di un ritorno ai livelli pre-Covid: i visitatori stimati sono oltre 4,5 milioni (nel 2019 furono poco più di 4,3), più di cinquanta le manifestazioni fieristiche organizzate in Italia, venti all'estero, circa duecento giorni di occupazione delle venue e oltre 160 eventi congressuali e di formazione. E poi c'è Milano, certificata terza destinazione europea per eventi con almeno mille partecipanti dalla ricerca condotta da Università Cattolica in collaborazione proprio con Fondazione Fiera Milano. Un risultato di cui Pazzali si dice "molto orgoglioso", come lo è altrettanto del dna "milanese e lombardo" di Fiera Milano, che da cent'anni – ricorda il presidente – crea con il capoluogo "un binomio imprescindibile: l'indotto generato dalle fiere che ospitiamo è di oltre 4 miliardi, quindi si può dire che senza Milano la fiera non ci sarebbe e che Milano non sarebbe così bella senza la fiera". Il timore era che per rialzarsi nel post-Covid, il capoluogo lombardo impiegasse più tempo: "Pensavamo che la pandemia potesse in qualche modo far scemare l'attrattività nata dopo Expo, invece di fatto, grazie a come abbiamo gestito l'emergenza, concluso il primo periodo, la città è tornata in alto nelle classifiche mondiali", dice il presidente di Fondazione Fiera Milano. Il nuovo allarme Covid in Cina è "sorprendente: nel momento in cui occorreva chiudere, hanno invece riaperto le frontiere", osserva Enrico
Pazzali. Eppure, anche di fronte all'eventualità che l'evoluzione dell'emergenza in Cina possa portare a nuove limitazioni degli spostamenti per chi proviene dal gigante asiatico, è inutile fasciarsi la testa: "Il flusso del mercato cinese era molto importante, ma noi siamo riusciti a ripartire senza. E' ovvio che, nel momento in cui verrà riaperto, per le imprese italiane e anche per noi sarà un'opportunità, ma certo bisogna aprirlo in sicurezza, come si sono aperti i mercati in Europa, negli Stati Uniti e in tutti gli altri continenti. Quindi ci aspettiamo che dalla Cina il rischio sanitario sia azzerato, come si sta facendo anche in Europa e in altri Paesi". Dopo tutto, in questi ultimi anni – osserva Pazzali – "gli imprevisti stanno diventando un'ordinarietà. Non vorrei mai abituarmici, ma di fatto ogni volta che capita qualcosa di eccezionale e straordinario, siamo lì ad affrontarlo. Quest'anno lo abbiamo fatto con la guerra, l'inflazione e gli aumenti stratosferici dei prezzi di gas ed energia elettrica, che non abbiamo cercato 'solo' di gestire: stiamo mettendo in piedi tutte le azioni necessarie sia per l'anno prossimo, sia per il futuro, con il completamento di un grande impianto fotovoltaico che arriverà fino a 12 MW e consentirà a Fiera Milano di poter gestire con sicurezza tra il 30 e il 50% dell'energia in maniera autonoma". L'impianto, che sorge sui tetti di alcuni padiglioni del polo fieristico di Rho, in parte è già costruito e si prevede che diventi pienamente operativo nella prima metà del prossimo anno. Gli obiettivi per l'anno che verrà sono ambiziosi. Il presidente di Fondazione Fiera Milano immagina un "2023 ancora più attrattivo per le fiere e per Milano. Non è solo un gioco di parole – assicura – ma un impegno di lavoro che Fondazione sta conducendo in questi mesi e che penso possa concretizzarsi in qualcosa di molto importante per la città e per la fiera già nei primi mesi del 2023". Nessuna anticipazione, perché "prima il gatto devo metterlo nel sacco". Per farlo sul tavolo ci sono "200 milioni di investimenti pianificati e progetti importanti, che ovviamente ricadranno sulla fiera e sulla città e ci aspettiamo che possano portare a entrambe maggiore attrattività". E, chissà, anche qualche cosa di più. Pazzali, tra i primi a settembre ad aver sposato la proposta della Lega di spostare a Milano il ministero dell'Innovazione, dicendosi disponibile ad offrire anche gli spazi per l'eventuale dicastero, non cambia idea. E anche se – assicura – di interlocuzioni con il governo per il ministero in Lombardia "per ora non ce ne sono", il presidente continua ad "auspicare che una decentralizzazione su qualche elemento chiave e strategico del Paese e possa arrivare a Milano. Ovviamente è una decisione del governo, quindi più che essere aperti all'ospitalità, noi non possiamo fare. Ma certo non rimaniamo con le mani in mano: stiamo già lavorando, con i 200 milioni di investimenti, per cercare di avere qualcosa di fortemente attrattivo per la città nei prossimi anni". (di Alice Bellincioni) —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)