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Nord Stream, sabotaggio compiuto da 6 uomini: la ricostruzione

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11 Marzo 2023
In Attualità
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Nord Stream, sabotaggio compiuto da 6 uomini: la ricostruzione
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(Adnkronos) – Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream a settembre 2022 è stato compiuto da una squadra di sommozzatori che hanno utilizzato uno yacht noleggiato, lungo di 15 metri, chiamato Andromeda. Questa la ricostruzione fatta dal settimanale di Amburgo ‘Der Spiegel’, che ha tracciato la rotta dell’Andromeda a partire dal porto di Rostock, in Germaniam il 6 settembre fino all’isola tedesca di Ruegen e infine all’isola danese di Christiansø, vicino al luogo delle esplosioni del 26 settembre. 

Gli interrogativi riguardano la quantità di esplosivo usato per il sabotaggio, probabilmente consistente in diverse centinaia di chilogrammi di materiale, e tutta l’attrezzatura subacquea da trasportare e di contro le dimensioni relativamente ridotte del natante. Questo ha fatto sorgere il dubbio della possibile partecipazione di una seconda imbarcazione all’operazione.  

Secondo il settimanale tedesco uno dei sei uomini dell’equipaggio era in possesso di un falso passaporto bulgaro, ma le autorità devono ancora identificare la nazionalità dei sabotatori ed eventualmente collegare l’azione ad un governo. Recentemente, il New York Times ha attribuito il sabotaggio ad un ‘gruppo pro Ucraina’. 

Citando un comandante del porto di Ruegen, Der Spiegel ricostruisce che il gruppo che ha preso a noleggio l’Andromeda era formato da persone vestite come comuni marinai, che sono state viste portare a bordo dell’imbarcazione borse della spesa cariche di provviste e che parlavano una lingua che “gli sembrava polacco o ceco”. Si trattava di diversi uomini e una donna.  

L’Andromeda è un Bavaria C50, una barca a vela prodotta dalla tedesca Bavaria Yachts. Ha al suo interno cinque cabine e spazio per 11 persone. Dispone di una piattaforma a poppa da cui tuffarsi per le immersioni. Nel luogo in cui sono avvenute le esplosioni, il Mar Baltico è profondo circa 80 metri, il che richiede abilità subacquee specialistiche e serbatoi d’aria particolari, uno con una miscela di elio-ossigeno e uno con ossigeno puro, afferma Der Spiegel. 

Ogni immersione avrebbe comportato per la barca una sosta di oltre 3 ore nel tratto di mare interessato. Posare esplosivi su due condutture a 4 km di distanza avrebbe probabilmente richiesto quattro immersioni nell’arco di alcuni giorni. 

Non tutto, però, appare lineare nella ricostruzione. Alcuni esperti consultati fanno presente che immersioni così profonde e prolungate avrebbero richiesto una camera di decompressione per i sub, e che questa non si adatterebbe a uno yacht. Ci sono anche dubbi sul fatto che lo spazio sarebbe stato sufficiente per trasportare la quantità necessaria di esplosivo. I governi danese e svedese hanno affermato che le esplosioni erano equivalenti alla potenza di “diverse centinaia di chilogrammi di esplosivo” e alcuni esperti affermano che sarebbero stati necessari fino a 2mila Kg. 

“Ci è stata presentata la tessera di un puzzle. Ma non sappiamo quanto sia grande. E’ composto da 50, 500 o 5mila pezzi?” si è chiesto Christian Moelling, a capo del centro per la sicurezza e la difesa della Deutsche Gesellschaft fuer Auswaertige Politik, il Consiglio tedesco per le relazioni estere. “C’era una seconda imbarcazione? E qualcuno che ha trasportato l’esplosivo per conto di qualcun altro?. Ecco perché credo che manchino dei pezzi del puzzle al momento”. Il presidente del comitato di supervisione dell’intelligence del Bundestag, Konstantin von Notz, ha esortato la stampa “ad essere il più cauta possibile con qualsiasi conclusione in questo momento”.  

E’ molto probabile che l’indagine – ha dichiarato a Die Zeit – “abbia a che fare con un attore statale o quasi statale perché è molto impegnativo trasportare grandi quantità di esplosivi – si sta ora parlando anche di due tonnellate – senza essere notati nel posto giusto nel Baltico, trasportarli a una profondità rilevante al fine di innescare più esplosioni in modo controllato”. E un’azione terroristica “sostenuta da uno stato rende più plausibile l’ipotesi di indizi dfalsi o fuorvianti disseminati appositamente”.  

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