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Addio a test ammissione a Medicina, approvato primo decreto: cosa cambia

Da Redazione Ultimenews24.it
28 Marzo 2025
In Attualità
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Addio a test ammissione a Medicina, approvato primo decreto: cosa cambia
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(Adnkronos) – Varato oggi dal consiglio dei ministri il primo decreto che attua la delega per l'abolizione del test di accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e Protesi Dentaria e in Medicina Veterinaria a partire dall’anno accademico 2025/2026.  
La riforma prevede un semestre ad accesso libero e il superamento del numero chiuso, con la previsione di una programmazione più dinamica con conseguente aumento graduale e sostenibile dei posti disponibili, che saliranno di 30mila nell'arco di 7 anni rispetto al dato 2023. Gli studenti che si iscriveranno a Medicina dovranno iscriversi contemporaneamente a un altro corso di laurea o di laurea magistrale a ciclo unico di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria. Secondo il decreto, l’iscrizione al secondo corso di laurea è gratuita, per il primo semestre. Lo studente mantiene comunque la facoltà di iscriversi a un corso di studio al di fuori dell’area di Scienze della Salute. 
Gli studenti potranno iscriversi liberamente ai corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e Protesi Dentaria e in Medicina Veterinaria frequentando un semestre filtro, durante il quale studieranno discipline qualificanti comuni nelle aree di scienze biologiche, chimiche e fisiche. Le materie specifiche di studio saranno individuate con un decreto ministeriale, con il parere del Consiglio universitario nazionale (Cun), tenendo conto degli obiettivi culturali e formativi comuni agli insegnamenti impartiti nel primo semestre. Il numero complessivo di crediti formativi universitari (Cfu) non potrà essere in ogni caso inferiore a 18.  Per assicurare a tutti gli studenti l’opportunità di usufruire di un’offerta formativa coordinata, uniforme e ispirata ai più elevanti standard qualitativi internazionali è prevista l’armonizzazione dei singoli piani di studio sulla base di un Syllabus nazionale. Sarà possibile ripetere il semestre filtro fino a un massimo di tre volte. Le Università, nell’esercizio della propria autonomia, individueranno, sulla base del numero degli studenti iscritti al semestre filtro, le modalità di erogazione della didattica più opportune, organizzando le attività formative, a seconda dei casi, anche mediante l’integrazione tra didattica in presenza e modalità da remoto. 
L’ammissione al secondo semestre sarà subordinata al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari stabiliti per gli esami del semestre filtro e alla collocazione in posizione utile nella graduatoria nazionale sulla base dei voti ottenuti. Ulteriori specifiche sulla modalità di formazione della graduatoria saranno contenute in un successivo decreto ministeriale. L’uniformità di giudizio sarà comunque garantita con la previsione di esami standardizzati a livello nazionale e l’adozione dei più elevati modelli internazionali di valutazione. Lo studente in posizione utile nella graduatoria nazionale potrà proseguire gli studi nello stesso ateneo dove ha sostenuto il primo semestre o in diversa sede sulla base della disponibilità dei posti. In questo secondo caso sarà lo stesso studente a indicare, secondo un ordine di preferenza, fino a 5 sedi dove intende proseguire il secondo semestre. 
Nel caso in cui, infine, lo studente non superi gli esami o non ottenga voti sufficienti per l’inserimento nella graduatoria nazionale in posizione utile, potrà proseguirà il percorso di studi nell’altro corso scelto al momento dell’iscrizione. Nel rispetto della normativa vigente, dei regolamenti di Ateneo e dei regolamenti didattici, le Università – sulla base del principio di autonomia – potranno riconoscere i Crediti formativi universitari – Cfu eventualmente conseguiti durante il semestre filtro. Resta salva la possibilità per lo studente di iscriversi a un corso di studio diverso rispetto all’area di Scienze della salute. In fase di prima applicazione, specificano dal ministero, le nuove regole non riguardano i corsi di laurea in lingua inglese impartiti dalle università statali o non statali legalmente riconosciuti e gli atenei non statali.  "Il decreto legislativo riguarda l'abolizione del test di accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e Protesi Dentaria e in Medicina Veterinaria, e la definizione dei contenuti del cosiddetto semestre caratterizzante: un semestre in cui ci si forma sulla base di tre insegnamenti dotati ciascuno di un certo numero di crediti formativi all'esito dei quali si avranno due sessioni di esami di profitto che consentiranno la valutazione programmata e sostenibile di chi può entrare al corso di laurea in Medicina e Chirurgia", spiega il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri.  "La parte più cospicua e significativa delle considerazioni che si sono sviluppate sull'argomento – prosegue Bernini – riguarda il numero chiuso. Il numero chiuso, come lo abbiamo concepito finora, non esiste più. Il numero sarà aperto, progressivamente, sulla base dei fabbisogni. A partire dal 2022 abbiamo costituito, presso il Mur, un osservatorio che monitora sistematicamente i bisogni: ed è sulla base di questi fabbisogni che noi apriamo ogni anno il numero, creandone uno sostenibile. Abbiamo già 30mila posti in più a disposizione a partire dal 2023, e continueremo ogni anno ad aprire. Questo significa che non abbiamo aderito a una teoria intermedia. Abbiamo aderito alla teoria del numero aperto, ma aperto in maniera sostenibile, progressiva e programmata per evitare di 'scassare' il sistema universitario, con un'apertura troppo improvvisa e non sufficientemente progettata in termini di infrastrutture.  "La frequenza di questo semestre aperto è prevista – prosegue il ministro – con un'iscrizione al corso di laurea in Medicina e Chirurgia che vale per tutti, con l'iscrizione obbligatoria e gratuita a un secondo di laurea a materie affini al comparto delle Scienze della Salute. Nelle prossime settimane saranno emanati sul tema dei decreti ministeriali. Questo percorso è innovativo, ma non è a costo zero: metteremo dei fondi, e ne abbiamo già messi, per fare in modo che le strutture siano progressivamente sempre più pronte ad accogliere la formazione degli studenti non solo nel semestre caratterizzante ma anche dopo. L'apertura è inarrestabile". "Iscrizione obbligatoria significa che, sulla base di una graduatoria nazionale e dei voti acquisiti attraverso le tre materie frequentate durante il semestre, se non si entrasse in quella parte della graduatoria necessaria per poter accedere a Medicina, vi saranno comunque materie affini cui gli studenti potranno accedere sulla base della disponibilità dei posti. A ogni studente – spiega la titolare del Mur – sarà chiesto di optare per un certo numero di sedi e di materie".  Per gli esami alla fine del semestre aperto del corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia "abbiamo preferito nazionalizzare per ridurre al minimo il rischio di sperequazione valutativa". "Ci siamo posti di fronte a due possibilità – spiega Bernini – far decidere a ciascun ateneo come organizzare e far fare gli esami o nazionalizzare, per uniformità di valutazione, gli esami facendo quindi un Syllabus nazionale. Ciascuno lo farà nel suo ateneo con valutazioni che corrispondono a uno schema che ha un livello e una programmazione di carattere nazionale per evitare disomogeneità".  Infine, Bernini rivendica come vengano così "tolti di mezzo i test che non solo erano non formanti ma solo selettivi, che non consentivano l'accesso degli studenti all'università se non fossero stati superati: con il semestre caratterizzanti noi facciamo entrare tutti gli studenti che si iscrivono, e soprattutto eliminiamo quell'orribile e squallido mercato della formazione privata sui test, che formava su domande di test a volte neanche esistenti. Ora gli studenti si formeranno all'interno dell'università, anche coloro che all'esito del semestre non riusciranno ad entrare nella graduatoria, saranno comunque formati in tre materie, e avranno crediti formativi da spendere altrove, attraverso lezioni erogate a seconda delle disponibilità degli atenei. Il tabù del numero chiuso – conclude Bernini – è stato infranto".    —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Tags: adnkronosultimora
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