L’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato per moltissimi un anno tragico, sia dal punto di vista umano, che da quello economico.
Il Covid ha colpito tutti, indistintamente, e continua a farlo, mietendo vittime e facendo fallire migliaia di imprese, negozi e artigiani.
Dopo la fase iniziale della pandemia, caratterizzata da incertezza, confusione e paura, in quanto nessuno sapeva bene con cosa avremmo dovuto fare i conti, ci è sembrato, almeno parlando dell’estate scorsa, che si potesse tornare ad una sorta di normalità.
Questo purtroppo, a quasi un anno dallo scoppio della pandemia in Italia, non si è verificato.
A distanza di un anno siamo ancora in balia di questo subdolo virus, che ci obbliga a periodi forzati in casa, senza la possibilità di poter condurre una vita normale, proprio per cercare di ripetere la situazione catastrofica che abbiamo vissuto lo scorso anno.
Non voglio in questo articolo parlare delle ripercussioni psicologiche che la quarantena sta producendo su una buona parte della popolazione in quanto non ne ho le competenze, ma vorrei soffermarmi sul lato economico.
Questi periodi di chiusura forzata per molte attività hanno portato danni economici considerevoli.
Le attività più colpite sono state sicuramente quelle legate al mondo della ristorazione, del fitness e dello spettacolo.
Forse i dati che abbiamo a disposizione al momento non sono ancora sufficienti a fornirci una fotografia reale di quello che è stato il danno economico.
Per questi settori infatti, dovrà passare ancora del tempo prima che davvero si possa capire chi è riuscito a sopravvivere a questi periodi e chi invece, purtroppo, ha dovuto abbassare le saracinesche per sempre.
Il fallimento di tante attività non è stato al contempo l’unico risvolto, dal punto di vista economico, che il Covid ha portato con sé.
Tante imprese, ma soprattutto piccole attività, negozi e ristoranti, si sono ritrovate con la necessità di misurarsi su un terreno che fino a quel momento era stato per loro straniero, o comunque non cosi familiare almeno per una buona parte di loro.
Sto parlando della presenza online, e soprattutto quello che riguarda l’utilizzo dei social media, non come mezzo di svago, ma come oggetto di lavoro.
Con l’impossibilità dell’apertura ordinaria delle attività infatti, tanti hanno iniziato a fare un uso massiccio dei mezzi di comunicazione online, sia per quanto riguarda la promozione, sia direttamente per la vendit.
Moltissimi bar ad esempio, per promuovere il loro servizio d’asporto, si sono ritrovati a dover fare un utilizzo costante dei social network, che sono diventati parte integrante della loro attività.
In tutto questo logicamente c’è chi si è improvvisato fotografo e chi invece si è rivolto a videomaker professionisti, chi per poter risparmiare è diventato social media manager e chi si è rivolto ad agenzie.
Ad ogni modo, tutto questo ha portato alla luce quanto la presenza online ed un utilizzo consapevole dei canali social, siano e saranno sempre di più fondamentali per qualsiasi tipologia di attività.
Quello che mi auguro è quindi che, anche le attività più scettiche a riguardo, capiscano al più presto l’importanza che questi mezzi di comunicazione ricoprono ed i vantaggi che possono essere tratti dagli stessi.