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Speranza contro rara forma Sla, lo studio: “In 2 casi risposte sorprendenti”

Da Redazione Ultimenews24.it
23 Maggio 2025
In Attualità
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Speranza contro rara forma Sla, lo studio: “In 2 casi risposte sorprendenti”
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(Adnkronos) – Quando Neil Shneider, neurologo e scienziato della Columbia University, parla con i suoi pazienti affetti da Sla che si offrono volontari per terapie sperimentali, cerca di essere onesto fino in fondo. "Mi chiedono sempre: 'Cosa posso sperare di ottenere?' – racconta – E io rispondo che, nella maggior parte degli studi clinici, la nostra speranza è di poter rallentare la malattia, forse di arrestarne la progressione". Ma quello che è successo con alcuni pazienti affetti da una forma rara di Sla e trattati con un farmaco sperimentale ha preso l'esperto in contropiede. "Quando testiamo nuovi farmaci per la Sla non ci aspettiamo un miglioramento clinico. Quello che invece abbiamo visto in un paziente" coinvolto nel trial "è un recupero funzionale davvero senza precedenti", spiega. I dati di 12 pazienti, tutti trattati con la nuova terapia per una rara forma di Sla causata da una mutazione genetica in un gene chiamato Fus, sono stati presentati in una serie di casi pubblicati da Shneider online sulla rivista 'Lancet'.  Queste mutazioni genetiche, va precisato, sono responsabili solo dell'1-2% dei casi di Sla, ma causano alcune delle forme più aggressive della malattia che esordiscono negli adolescenti e nei giovani adulti. Nei pazienti con queste mutazioni, le proteine ​​tossiche Fus si accumulano nei motoneuroni che controllano i muscoli del paziente, causandone infine la morte. Dei pazienti inclusi nella serie di casi pubblicata, 2 in particolare vengono messi in luce: si tratta di pazienti che "hanno mostrato una risposta notevole" alla terapia sperimentale ulefnersen (precedentemente nota come jacifusen), sviluppata da Shneider in collaborazione con l'azienda Ionis Pharmaceuticals. La prima storia è quella di una giovane donna, che ha ricevuto iniezioni di questa terapia dalla fine del 2020, e ha recuperato la capacità di camminare senza aiuto e di respirare senza l'uso di un ventilatore, entrambe funzioni precedentemente perdute a causa della Sla. La paziente ha vissuto con questa malattia più a lungo di qualsiasi altro paziente noto affetto da questa forma giovanile di Sla. Il secondo paziente, un uomo sulla trentina, era asintomatico all'inizio del trattamento, ma i test dell'attività elettrica muscolare indicavano che i sintomi sarebbero probabilmente emersi a breve. In 3 anni di trattamento continuativo con il farmaco sperimentale, non ha ancora sviluppato alcun sintomo di Sla-Fus e l'attività elettrica anomala nei suoi muscoli è migliorata, riportano gli esperti.  Nel complesso, dopo 6 mesi di trattamento, i pazienti sottoposti allo studio hanno riscontrato una riduzione fino all'83% di una proteina chiamata neurofilamento leggero, biomarcatore del danno ai nervi. "Queste risposte dimostrano che, se interveniamo abbastanza precocemente e aggrediamo il bersaglio giusto al momento giusto nel corso della malattia, è possibile non solo rallentarne la progressione, ma addirittura invertire alcune delle perdite funzionali", afferma Shneider. "È questo anche un esempio di medicina di precisione e di sviluppo terapeutico basato sulla scienza e sulla comprensione della biologia delle malattie". Sebbene la maggior parte degli altri pazienti sintomatici della serie di casi non sia sopravvissuta alla malattia aggressiva, Shneider dichiara che "molti hanno apparentemente tratto beneficio dal trattamento. La progressione della loro malattia è rallentata e, di conseguenza, hanno vissuto più a lungo". La serie di casi ha poi dimostrato che il farmaco è sicuro e ben tollerato, senza gravi effetti avversi correlati. L'azienda, dopo aver visto i risultati sui primi pazienti, si è impegnata a sponsorizzare una sperimentazione clinica globale del farmaco, guidata da Shneider, attualmente in corso. "Ora aspettiamo con ansia i risultati, che speriamo porteranno all'approvazione dell'ulefnersen", conclude Shneider.  Lo sviluppo di questo farmaco è iniziato come tentativo di aiutare un singolo paziente e si è trasformato in una sperimentazione clinica su larga scala che potrebbe aiutare più pazienti con questa forma aggressiva di Sla. Shneider ha testato la terapia per la prima volta 6 anni fa su una paziente dell'Iowa, Jaci Hermstad, la cui gemella monozigote era morta a causa della malattia anni prima. Shneider ha collaborato con Ionis per sviluppare un farmaco che potesse rallentare la progressione dei sintomi della ragazza. Il trattamento appartiene a una classe emergente che utilizza brevi frammenti di Dna, chiamati oligonucleotidi antisenso o Aso, per silenziare geni specifici e bloccare la produzione delle proteine ​​che codificano. Ulefnersen è stato progettato per silenziare il gene Fus e ridurre la produzione di proteine ​​Fus tossiche e normali. "Abbiamo scoperto che i neuroni maturi tollerano una riduzione della proteina Fus normale, e i nostri studi hanno fornito le basi per il trattamento dei pazienti con Sla-Fus", dice Shneider che ha chiesto l'ok alla somministrazione su Jaci nel 2019, per uso compassionevole. La ragazza è poi morta all'età di 26 anni. Ma da allora almeno 25 pazienti sono stati trattati in tutto il mondo con ulefnersen (originariamente chiamato jacifusen in onore della paziente zero) tra cui i 12 protagonisti dell'articolo su Lancet.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Tags: adnkronosultimora
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