Chi l’avrebbe mai detto? L’Italia che di solito subisce la tecnologia straniera, stavolta la esporta. E non con un gadget o un’app passeggera, ma con una rete infrastrutturale globale che punta dritto al cuore del web.
Tublat.com, la digital company guidata da Gianluca Iannotta, ha deciso di giocare la partita con i grandi: una Content Delivery Network (CDN) mondiale, già operativa con 123 Points of Presence (PoPs) sparsi nel globo — con l’Europa come terreno di conquista principale — e l’obiettivo dichiarato di espandere ancora la rete entro il 2026.
Una mossa che ha fatto sobbalzare più di un concorrente: Cloudflare, Akamai, Fastly & co. hanno appena capito che la concorrenza non arriva più solo dagli USA o dall’Asia, ma dal Bel Paese.
Dal digitale low cost alla guerra delle infrastrutture
Fino a ieri Tublat.com era conosciuta per democratizzare i costi del digital marketing, offrendo siti, app e social management a prezzi che hanno conquistato migliaia di PMI italiane.
Oggi, invece, si presenta con un’infrastruttura da big league, pronta a erodere fette di mercato in un settore che muove miliardi e miliardi ogni anno: la distribuzione e la protezione dei contenuti web.
Il salto non è da poco: si passa da fornire servizi digitali accessibili alle imprese, a costruire un backbone globale con pretese di affidabilità totale (SLA al 100%) e un arsenale di sicurezza che nemmeno i colossi possono snobbare.
La tecnologia dietro la rivoluzione
La CDN di Tublat.com non è un semplice network di cache distribuite. È una macchina da guerra digitale AI-driven. Tra le armi più letali:
- Difesa DDoS cloud-based AI-powered (L3 e L4): attacchi volumetrici stoppati prima ancora che arrivino ai server origin.
- Reverse proxy e WAF AI-driven (L7): protezione intelligente a livello applicativo, in grado di apprendere e reagire agli schemi d’attacco.
- Full IPv6 & IPv4 Support: doppia compatibilità senza compromessi.
- Stay Hidden from Attackers: mascheramento completo dei server origin, invisibili agli aggressori.
- Page Shield & AI Traffic Filtering: scudo costante contro manipolazioni e codice malevolo.
- AI Smart Filtering & Rate Limiting: traffico filtrato con precisione chirurgica, distinguendo utenti reali da bot.
- Round-robin load balancing con backup: resilienza integrata.
- Cloud CDN cache con AI: distribuzione ottimizzata in tempo reale.
- Supporto HTTPS e HTTP/3: piena compatibilità con i protocolli più avanzati.
- Compliance totale (GDPR e NIS2): sicurezza che parla la lingua della privacy europea.
- AI CAPTCHA, smart cookies e Geo-IP blocking dinamico: automazione intelligente contro minacce e abusi.
- Threat Intelligence con AI: apprendimento costante da tentativi di attacco globali.
- Advanced Logs & Analytics: trasparenza e monitoraggio al servizio dei clienti.
Il risultato? Una rete che non solo accelera il web, ma lo blinda. Una fortezza digitale distribuita, dove performance e sicurezza camminano insieme.
123 PoPs: la rete italiana che non ti aspettavi
Il numero che manda in tilt gli analisti è 123.
Così tanti sono i nodi già piazzati da Tublat.com, un’infrastruttura che copre Europa, Nord America, Asia e Medio Oriente.
Con la promessa di arrivare a numeri ancora più alti entro il 2026.
Una rete così capillare non è mai uscita dall’Italia. Ed è qui che sta lo scoop: per la prima volta, un operatore italiano si posiziona a livello mondiale non come cliente delle Big Tech, ma come diretto concorrente.
Un tempismo perfetto: sicurezza e sovranità digitale
Il contesto globale non potrebbe essere più favorevole. Nel 2025, gli attacchi informatici sono diventati la minaccia numero uno per aziende, banche e istituzioni pubbliche, mentre l’Europa spinge sempre più sul tema della sovranità digitale.
Ecco perché l’ingresso di Tublat.com fa rumore:
- Offre protezione AI-powered senza precedenti.
- Garantisce compliance totale alle normative europee.
- Si presenta come alternativa sovrana a un mercato dominato da player extra-UE.
Tradotto: finalmente un’opzione “Made in Italia, Worldwide Coverage” che mette insieme tecnologia avanzata e indipendenza normativa.
Non solo business, ma geopolitica del web
Questa non è solo una partita di mercato. È geopolitica digitale pura.
Chi controlla le CDN controlla i flussi di contenuti, la velocità delle informazioni, la resilienza dei servizi online.
L’ingresso di un player europeo con infrastruttura propria significa che, per la prima volta, le aziende continentali non devono più appoggiarsi esclusivamente ai giganti d’oltreoceano. È una breccia nel muro, una crepa che potrebbe allargarsi in un vero cambio di paradigma.
I giganti tremano (sul serio)
Cloudflare, Akamai, Fastly: finora hanno dettato legge, consolidando posizioni quasi monopolistiche.
L’arrivo di Tublat.com non li spazza via, ma manda un messaggio chiarissimo: il tempo del dominio incontrastato sta finendo.
Perché? Perché Tublat non parla solo alle multinazionali, ma soprattutto a quel segmento sterminato di PMI, startup e aziende europee che cercano prestazioni da enterprise senza dover firmare assegni miliardari.
Un mercato troppo grande per essere ignorato.
Conclusione: il web non sarà più lo stesso
Con la sua CDN globale, Tublat.com riscrive le regole. Non solo velocità e protezione, ma anche sovranità, compliance e — soprattutto — un messaggio potente: l’Italia sa costruire infrastrutture digitali globali.
123 PoPs worldwide non sono un punto di arrivo, ma l’inizio di una nuova era.
E se i giganti tremano, un motivo c’è: il futuro del web parla italiano.










