È stata una giornata all’insegna della memoria quella vissuta ieri a Rovigo.
Con una cerimonia presso la locale Questura, che si è svolta alla presenza del capo della Polizia Vittorio Pisani e del sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno Nicola Molteni, sono stati commemorati tre poliziotti caduti in servizio tutti legati al territorio della provincia di Rovigo: Samuele Donatoni, Ilaria Maria Leandri e Umberto Barbierato.
In loro memoria è stata scoperta una scultura realizzata dal maestro scultore veronese Alessandro Mutto. La stessa, posizionata davanti l’ingresso della Questura, si compone di una base circolare in marmo “verdello”, con sopra tre sagome in acciaio che raffigurano i tre caduti con accanto la statua in bronzo di un bambino con le braccia alzate verso il cielo, intento ad accompagnare tre colombe in volo.

A loro è stato inoltre dedicato un video commemorativo che raccoglie le testimonianze di familiari e colleghi dei tre poliziotti, mostrando immagini inedite ed emozionanti della loro vita in Polizia.
Nel corso della cerimonia, sono state intitolate la sala conferenze della Questura e la sala riunioni, rispettivamente all’ispettore Donatoni e alla guardia di Pubblica sicurezza Barbierato. All’evento erano presenti il prefetto e il questore di Rovigo, Franca Tancredi ed Eugenio Vomiero, il sindaco di Rovigo Valeria Cittadin, i familiari delle vittime, il capo della segreteria del Dipartimento della Pubblica sicurezza Diego Parente, il comandante del Nocs (Nucleo operativo centrale di sicurezza) Antonio Giralda insieme ad alcuni poliziotti del suo Reparto.
Il Capo della Polizia, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza dell’esempio dato dai tre poliziotti commemorati. Il loro sacrificio, ha proseguito il prefetto Pisani, ci ricorda come ogni appartenente alla Polizia di Stato accetti di fare un mestiere rischioso.

C’è il rischio della scelta valoriale, fatta da Umberto Barbierato quando, neo ventenne e in piena Guerra mondiale, decise di arruolarsi nelle Guardie di Ps consapevole di rischiare la vita.
C’è poi il rischio della imprevedibilità, che ha colpito Ilaria Maria Leandri mentre stava svolgendo il suo servizio in autostrada e che ha causato circa 500 caduti nelle file della Polizia stradale.
C’è infine il rischio insito nell’operatività del mestiere di poliziotto. Lo sapeva bene Samuele Donatoni, quando fu scelto tra i migliori per portare a termine un’operazione ad alto rischio. Il fatto che a lui sia stata intitolata una scuola a Rovigo, ha proseguito il Capo della Polizia, è bellissimo, perché vuol dire che in quella scuola i bambini potranno conoscere la storia di un valoroso poliziotto e gli ideali che lo hanno spinto all’estremo sacrificio.
Infine, ringraziando il questore di Rovigo, il prefetto Pisani ha evidenziato l’importanza di collocare la scultura all’ingresso della Questura, dove i poliziotti, vedendola, potranno ricordare l’esempio tracciato da chi ha dato la vita in servizio e dove i cittadini, entrando, potranno emozionarsi nel conoscere le loro storie.
La giornata di ricordo è stata condivisa con i giovani studenti della scuola primaria “S. Donatoni” di Rovigo che hanno cantato l’Inno nazionale dopo la deposizione di una corona d’alloro al monumento dei caduti della Questura, da parte del prefetto Pisani e dell’onorevole Molteni.
L’ispettore capo Samuele Donatoni, Medaglia d’oro al Valor civile, originario di Canaro (Rovigo), e in servizio al Nocs, morì il 17 ottobre 1997 a Riofreddo (L’Aquila) durante le fasi di liberazione dell’industriale Giuseppe Soffiantini.
L’agente scelto Ilaria Maria, Medaglia d’argento al Valor civile, era nata a Conselve (Padova) e prestava servizio a Rovigo dal 1996; il 2 luglio 1997 fu travolta e uccisa mentre ripristinava la segnaletica stradale sulla A13. A lei è stata intitolata la caserma della Polizia stradale – Sottosezione Rovigo A13.
La guardia di Pubblica sicurezza Umberto Barbierato, Medaglia d’onore alla Memoria delle vittime delle Foibe, nato a San Martino di Venezze (Rovigo), vittima delle foibe, fu prelevato dalla questura di Gorizia il 2 maggio 1945 dai reparti titini e il corpo non fu mai ritrovato.

Il Capo della Polizia e il Sottosegretario all’Interno hanno, infine, incontrato i familiari dei tre caduti e il personale della questura di Rovigo prima di raggiungere l’omologo ufficio di Belluno, dove hanno presieduto una riunione operativa in vista delle prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.
Al vertice erano altresì presenti il prefetto e il questore di Belluno Antonello Roccoberton e Roberto della Rocca.










