(Adnkronos) –
La Prima della Scala 2025/26 si apre nel segno dell’emozione e dell’assenza: il Piermarini alzerà il sipario su 'Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk' di Dmitrij Sostakovic senza due dei suoi volti più iconici – Giorgio Armani e Ornella Vanoni – e senza il presidente della Repubblica Sergio Mattarella né la premier Giorgia Meloni. Una serata dal forte valore simbolico, dove il prestigio delle presenze attese, da Roberto Bolle a Liliana Segre, si intreccia con il vuoto lasciato da chi per anni ha definito lo stile, l’eleganza e l’anima del 7 dicembre. Confermata la presenza del ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Attesi anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala – che ricopre il ruolo di presidente della Fondazione del Teatro alla Scala – e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. E ancora il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso, il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia, il questore Bruno Megale, gli assessori alla Cultura della Regione Francesca Caruso e del Comune Tommaso Sacchi, la senatrice Liliana Segre e il senatore Mario Monti. Anche Sarah Rogers, Under-Secretary of State (Uss) for Public Diplomacy at the U.S. Department of State, assisterà alla Prima con il ministro Giuli. Presente al completo anche il nuovo cda del Teatro: Giovanni Bazoli, Barbara Berlusconi, Diana Bracco, Giacomo Campora, Claudio Descalzi, Marcello Foa e Melania Rizzoli. Tra gli ex sovrintendenti hanno accolto l’invito Carlo Fontana, Alexander Pereira e Dominique Meyer. Tra le istituzioni culturali milanesi saranno rappresentate la Grande Brera con Angelo Crespi, la Triennale con Stefano Boeri, la Società del Quartetto con Ilaria Borletti Buitoni, il Salone del Mobile con Maria Porro, mentre per la Camera della Moda ci sarà Carlo Capasa. Ormai ospite abituale è l’artista Francesco Vezzoli.
Sarà una Prima emotivamente significativa senza Giorgio Armani, scomparso il 4 settembre, e senza Ornella Vanoni, venuta a mancare il 21 novembre scorso. Armani non era soltanto un habitué del 7 dicembre, ma uno dei suoi protagonisti silenziosi: nel 2021 era diventato socio fondatore sostenitore del Teatro, e veste abitualmente molte delle signore che attraversavano il foyer del Piermarini, contribuendo a creare quell’eleganza riconoscibile che ha reso la Scala un evento non solo musicale ma culturale e di costume. Vanoni, irriducibile appassionata d’opera, era invece una presenza inconfondibile. Non mancheranno però figure altrettanto rappresentative della vita culturale italiana.
Tra gli ospiti più attesi Roberto Bolle, stella della danza e volto simbolo della Scala nel mondo e Nicoletta Manni, étoile del Teatro, presente con il marito e collega sul palco, il primo ballerino della Scala Timofej Andrijashenko. Come ogni anno saranno in sala al completo insieme al direttore del corpo di ballo Frédéric Olivieri i primi ballerini scaligeri: oltre a Timofej Andrijashenko, anche Antonella Albano, Martina Arduino, Marco Agostino, Claudio Coviello, Nicola Del Freo, Alice Mariani, Virna Toppi e Antonino Sutera. Non poteva mancare in sala il massimo esperto italiano di Šostakovič, il professor Franco Pulcini, già direttore delle Edizioni del Teatro, che sul compositore ha scritto un libro di riferimento. Con lui un’autorità assoluta sulla cultura e la letteratura russa, il professor Fausto Malcovati. Molte le presenze del mondo del teatro; dall’estero la Sovrintendente della Staatsoper Unter den Linden di Berlino Elisabeth Sobotka, il sovrintendente dell’Opera di Monaco Serge Dorny, il regista e sovrintendente dell’Opera di Amburgo Tobias Kratzer, il direttore artistico della Royal Opera House di Londra Oliver Mears, il direttore artistico del Teatro Real di Madrid Joan Matabosch, la direttrice artistica e generale designata della Monnaie di Bruxelles Christina Scheppelmann, il direttore artistico e generale dell’Opera di Muscat Umberto Fanni.
In platea Mahmood e gli ambassador Bmw Achille Lauro e Pierfrancesco Favino. Saranno sicuramente presenti anche personalità che negli anni hanno contribuito a definire l’immaginario della serata del 7 dicembre: esponenti della grande imprenditoria milanese come membri delle famiglie Moratti, Rocca e Benetton, Diana Bracco, ceo del gruppo Bracco e volti della cultura come lo scrittore Alessandro Baricco e il giornalista Roberto D'Agostino ma anche Linus e sua moglie Carlotta, e l'ex presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro. Nutrito il drappello degli editori con Luca Formenton del Saggiatore, che ha appena annunciato un accordo triennale con il Teatro per la pubblicazione di libri di argomento musicale e teatrale, Massimo Bray direttore dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, il managing director di Ricordi Marco Mazzolini, la presidente di Adelphi Teresa Cremisi, la Direttrice della Nave di Teseo Elisabetta Sgarbi, il Direttore di Classica HD Piero Maranghi e Mario Calabresi, direttore di Chora Media che proseguirà anche nel 2026 la collaborazione con il Teatro alla Scala con il podcast 'La vertigine'. Dall’Italia il Presidente dell’Agis Francesco Giambrone, il presidente-sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Massimo Biscardi. Inoltre il regista Damiano Michieletto, la scenografa Margherita Palli, i direttori del Piccolo Teatro Claudio Longhi e Lanfranco Li Cauli, la presidente del Teatro Franco Parenti Andrée Ruth Shammah e la direttrice dell’AsLiCo Barbara Minghetti. Oltre 80 i giornalisti in sala, cui si aggiungono cronisti, fotografi e troupe nel foyer. La Prima della Scala si conferma la serata d’opera più seguita dalla stampa internazionale, con presenze da Francia, Germania, Ansa, Israele, Lettonia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Svizzera. Tutti i biglietti disponibili sono andati esauriti, per un totale di circa 2.000 spettatori e un incasso che sfiora i 3 milioni di euro (2 milioni 850mila, per la precisione), una cifra in crescita rispetto allo scorso anno, quando la Prima si era fermata attorno ai 2,6 milioni di euro. I prezzi dei biglietti rappresentano da sempre uno degli elementi più discussi della serata mondana più attesa dell’anno. Per il 2025, la forbice è ampia: si va dai 150 euro per un posto in galleria fino a 3.200 euro per la platea e i palchi con affaccio in prima fila. Una struttura di prezzo che riflette la natura ibrida della Prima: un evento culturale di altissimo livello ma anche un appuntamento mondano che unisce élite internazionale, istituzioni e mondo dello spettacolo. All’incasso notevole della serata si contrappongono gli investimenti necessari per mettere in scena uno spettacolo che, per tradizione, rappresenta l’eccellenza della lirica mondiale. Il costo di produzione complessivo dello spettacolo che inaugurerà la stagione 2025/2026, oscilla tra 1,5 e 2 milioni di euro, incluse le otto repliche. Ogni replica garantisce un incasso medio tra 250 e 300mila euro, contribuendo a rendere il titolo della stagione un asset fondamentale per la sostenibilità economica del teatro.
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