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Conquiste inutili per alzare la posta nei negoziati. La Russia non sfonda nel Donetsk ma ha bisogno di carte da utilizzare nei negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina. Mosca, in un conflitto bloccato, continua ad alimentare la narrativa basata su continui progressi. Per sostenere pretesa, al tavolo dei negoziati, dell'intero Donbass e della creazione di una 'zona cuscinetto' lungo tutto il confine, Vladimir Putin ripete che i soldati "avanzano lungo tutto il fronte". Non è così, a giudicare dall'analisi dell'Institute for the study of war (Isw), think tank americano che monitora la guerra quotidianamente. E quando i progressi in termini di avanzamento sono effettivamente misurabili, bisogna sottolineare il peso specifico dei passi avanti, spesso poco o per nulla rilevanti. D'altra parte, bisogna contrastare la strategia di comunicazione adottata da Kiev: il presidente Volodymyr Zelensky ha raggiunto Kupiansk, dopo che Mosca ne aveva rivendicato il controllo, documentando il suo blitz con un video che Putin ha provato a sminuire. La tattica russa, da settimane, si snoda attraverso operazioni 'facili' in località sguarnite e prive di significato strategico, come le regioni settentrionali di Sumy e Kharkiv. Le procedure, le operazioni e le tecniche non sono quelle usate negli ultimi mesi da Mosca nei punti 'caldi' del fronte: nel Donetsk, per settimane, gli invasori si sono affidati a incursioni di unità di pochi uomini, da due a cinque, infiltrazioni e dispersione degli attacchi.
Per prendere a nord la località di Sotnytskyi Kozachok, dove non si combatte da oltre un anno, la Russia ha utilizzato un numero consistente di uomini che si sono mossi in formazione compatta e ben visibile. Un diversivo? Un errore? Per il momento, nulla lascia ritenere che azioni del genere possano fare da prologo ad un'offensiva ampia e strutturata. Il portavoce della Task Force delle Forze Congiunte ucraine, il colonnello Viktor Trehubov, ha affermato che le operazioni russe nella zone del nord non sembrano essere un tentativo di ottenere una svolta su larga scala o di condurre una grande operazione militare: sono, sostanzialmente, una provocazione locale. La definizione si può allargare ad una serie di incursioni oltre confine in sezioni considerate 'dormienti' del fronte delle ultime ore, come riassume l'Isw ribadendo che "la linea del fronte in Ucraina non rischia un rapido collasso e che la vittoria della Russia non è inevitabile". Nei giorni scorsi Kiev ha denunciato incursioni oltre confine delle forze russe a Hrabovske, nell'oblast di Sumy, lungo il confine, nella notte fra il 19 e il 20 di questo mese, tratto del fronte in cui non si registravano scontri dalla scorsa estate. Mosca ha nel frattempo rivendicato la caduta di Heabovske, un piccolo centro rurale a sud est di Sumy, e di Vysoke, poco più a sud. Kiev ha ammesso di aver ritirato le sue forze da diverse postazioni nei pressi di Hwabovke, precisando che i militari stanno cercando di stabilizzare la zona. L'idea di una 'zona cuscinetto' al nord aprirebbe la strada, secondo gli analisti del think tank indipendente basato a Washington, all'estensione di tale zona anche a tutta l'Ucraina, attraverso negoziati e operazioni militari ibride. Al momento "non ci sono elementi che indichino che le forze russe stanno preparandosi o siano in grado di condurre una offensiva significativa oltre confine nel nord dell'Ucraina", precisa l'Isw ricordando che forze dispiegate in questa zona sono state negli ultimi mesi spostate altrove, a Huliaipole e Pokrovsk, direttrici in cui invece si combatte.
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