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Referendum, dal divorzio all’aborto: la scelta del voto in due giorni arriva da lontano

Da Redazione Ultimenews24.it
23 Dicembre 2025
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Referendum, dal divorzio all’aborto: la scelta del voto in due giorni arriva da lontano
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(Adnkronos) – Sebbene ancora non sia stata definita la data in cui si svolgerà il referendum sulla riforma costituzionale della Giustizia, con la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, il Governo ha già stabilito la sua durata: due giornate, domenica e lunedì. Ma la scelta della 'due giorni' definisce di per se la 'crucialità' attribuita all'evento? E' in qualche modo legata al numero dei quesiti referendari? O è determinata da interessi di partito? Guardando indietro nel tempo, non necessariamente. Il primo referendum assoluto della storia italiana, svoltosi il 2 giugno 1946 quando gli italiani votarono per scegliere tra Monarchia e Repubblica e per eleggere l'Assemblea costituente che avrebbe scritto la nostra nuova Costituzione, si svolse infatti in un solo giorno e su un solo quesito. Mentre furono decretati due giorni di voto per quello abrogativo sul divorzio – 12 e 13 maggio 1974 – che sancì una svolta laica ed epocale per il popolo italiano. 
In due giorni si votò l'11 e il 12 luglio 1978 per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti politici e per l'abolizione della legge Reale (norme restrittive in tema di ordine pubblico); ed in due giorni – 17 e 18 maggio 1981 – gli aventi diritto andarono alle urne per pronunciarsi sull'aborto, quindi abrogare o confermare la Legge 194, che regolamentava l'interruzione volontaria di gravidanza. Il referendum fu promosso dal Movimento per la vita ed in segno opposto, per una ulteriore liberalizzazione della 194, dai Radicali. In quella occasione gli aventi diritto al voto si pronunciarono anche su altri 4 quesiti promossi dai radicali e di forte impatto sociale: quello sull'ordine pubblico per l'abrogazione della legge Cossiga, una delle leggi speciali concepite negli anni 1970 per affrontare il problema del terrorismo; l'abolizione della pena dell'ergastolo; l'abolizione delle norme sulla concessione del porto d'armi; l'abrogazione di alcune norme della legge 194 sull'aborto per renderne più libero il ricorso. 
Due giorni furono dedicati l'8 e 9 novembre 1987, ad altri 5 quesiti di referendum abrogativo, fra cui spiccano quello promosso in tema di giustizia da radicali, socialisti e liberali per l'abrogazione delle norme limitative della responsabilità civile per i giudici; e quelli – promossi da Radicali, Verdi e Dp – che hanno limitato e reso impraticabile la produzione di energia nucleare in Italia. Due giorni furono dedicati il 3 e 4 giugno 1990 alla disciplina della caccia; e l'anno successivo – 9,10 giugno 1991 – al referendum promosso da Mario Segni in materia elettorale, per la riduzione da tre ad uno, dei voti di preferenza alla Camera dei deputati. Il 18 e il 19 aprile 1993, la due giorni fu dedicata a ben 8 questioni. Tra cui l'abrogazione delle pene per la detenzione ad uso personale di droghe leggere e l'abrogazione di norme della legge elettorale del Senato per introdurre il sistema elettorale maggioritario uninominale. Referendum quest'ultimo promosso dai Radicali e da Mario Segni. 
In un solo giorno, il 15 luglio 1997, gli italiani furono chiamati ad esprimersi su ben 12 questioni: tra queste alcune di particolare rilevanza sociale come l'obiezione di coscienza (cioè l'abolizione dei limiti per essere ammessi al servizio civile in luogo del servizio militare, referendum promosso dai Radicali); e in tema di giustizia l'abolizione del sistema di progressione delle carriere dei magistrati oltre all'abolizione della possibilità per i magistrati di assumere incarichi al di fuori delle loro attività giudiziarie (primo tentativo). Entrambi i referendum promossi dai Radicali. Il 18 aprile 1999, ad un solo giorno fu dedicato il referendum promosso da Mario Segni e Antonio di Pietro, per l'abolizione della quota proporzionale nelle elezioni della Camera dei deputati (primo tentativo). 
Un solo giorno fu dedicato a sette quesiti in materia di giustizia e lavoro, votati il 21 maggio 2000. Tra questi, l'abolizione del voto di lista per l'elezione dei membri togati del Csm (primo tentativo). Promosso dai Radicali; La separazione della carriera di pubblico ministero da quella di giudice (primo tentativo). Promosso da Radicali, Sdi e Pri; L'abolizione della possibilità per i magistrati di assumere incarichi al di fuori delle loro attività giudiziarie (secondo tentativo). Promosso dai Radicali; L'abrogazione dell'art.18 dello Statuto dei lavoratori. Promosso da Radicali, Forza Italia e Pri. Sempre un giorno, il 15 luglio 2003, si votò tra l'altro per il referendum promosso da Rifondazione comunista per l'estensione a tutti i lavoratori del diritto al reintegro nel posto di lavoro per i dipendenti licenziati senza giusta causa. 
Alla procreazione medicalmente assistita, 4 quesiti, furono dedicati due giorni il 12 e 13 giugno 2005; così come il 21 e 22 giugno 2009 ai 3 referendum promossi da Mario Segni e Giovanni Guzzetta in materia elettorale; ed il 12 e 13 giugno ai quattro quesiti referendari tra i quali spiccano quelli sull'acqua (abrogazione delle norme che prevedono che all'interno della tariffa dell'acqua sia compresa anche la remunerazione del capitale investito dal gestore. Promosso dal comitato referendario "2 Sì per l'Acqua Bene Comune"), quello sul nucleare (abrogazione delle norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia nucleare. Promosso dall'Italia dei Valori) e quello per il legittimo impedimento per le alte cariche dello Stato. 
Si torna alla mono-giornata alle urne il 17 aprile 2016, in occasione del referendum per l'abrogazione della norma che prevede che le concessioni già in essere per l'estrazione di idrocarburi in zone di mare (entro le 12 miglia marine) siano estese fino al termine della vita utile del giacimento. Promosso da 9 consigli regionali. Ed il 12 giugno 2022 si votano in un'unica tornata 5 quesiti abrogativi in tema di giustizia, tra cui Separazione della carriera di pubblico ministero da quella di giudice (secondo tentativo). Promosso da 9 consigli regionali; L'introduzione di membri laici (avvocati e docenti di diritto) nei consigli giudiziari; E l'abrogazione dell'obbligo di presentare dalle 25 alle 50 firme per il magistrato che voglia candidarsi al Consiglio superiore della magistratura (secondo tentativo). Promosso da 9 consigli regionali. Arriviamo ad 'oggi'. Il Governo di Giorgia Meloni sembra preferire la 'doppia giornata referendaria': già in occasione del quartetto di quesiti abrogativi in materia di lavoro (promossi dalla Cgil) e di quello sulla concessione della cittadinanza italiana (promosso da +Europa, Prc, Psi, Possibile, Radicali Italiani, e associazioni della società civile), il voto si è svolto in due giorni, l'8 e 9 giugno 2025. Così come avverrà l'anno prossimo, di domenica e lunedì non ancora individuati, per il referendum confermativo costituzionale della riforma della giustizia, approvata in via definitiva dal Parlamento, ma non con la maggioranza qualificata dei 2/3. (di Roberta Lanzara)  
—politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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