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A Palazzo Pitti il ‘best of’ dei mobili dei re d’Italia

Da Redazione Ultimenews24.it
4 Dicembre 2025
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A Palazzo Pitti il ‘best of’ dei mobili dei re d’Italia
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(Adnkronos) – Il meglio del meglio del mobilio regio di tre secoli, dal Seicento all'Ottocento, raccontato attraverso l'evoluzione degli stili di arredamento di tre dinastie, Medici, Lorena e Savoia, e concentrato in una selezione espositiva di 16 veri e propri capolavori dell'arredamento che delineano allo stesso tempo la storia culturale del Palazzo. La Sala delle Nicchie della Galleria Palatina, al primo piano dell'ex dimora sovrana di Palazzo Pitti, è ora un vero e proprio florilegio del mobilio regale.  Poltrone d'apparato, vasi della manifattura di Sèvres, altri di importazione cinese, la mitica scrivania a meccanica chiudibile di Giovanni Socci, un inginocchiatoio tempestato di preziosi a firma Leonardo van der Vinne e un singolare stipo che riproduce perfettamente in scala Palazzo Pitti parlano ai visitatori, con le loro stesse forme e decorazioni, di come cambiarono nel tempo i gusti e l'estetica 'domestica' dei sovrani. Una vera e propria iniziazione al patrimonio mobiliare e di arti decorative del Palazzo, ovvero alla scoperta di una collazione del genere quasi sconosciuta, eppure tra le più importanti in Europa.  Molto poco rimane oggi dell'arredamento rinascimentale a Pitti; ma dal Barocco fino al Settecento neoclassico e all’eclettismo sabaudo, le testimonianze sono migliaia. Tra gli oggetti in mostra nella Sala delle Nicchie si possono ammirare le virtuosistiche opere seicentesche d'ebanisteria e di 'commesso', ovvero di intarsi di pietre dure uscite dalle Botteghe Granducali degli Uffizi. Con l'avvento dei Lorena, il gusto di corte si uniformò anche nel mobilio, ai nuovi stili europei, abbandonando le esuberanze decorative barocche in favore della leggerezza delle lacche orientali e di arredi di forma sinuosa. Con Ferdinando III ebbe luogo la trasformazione di alcuni ambienti di Pitti secondo i dettami dello stile neoclassico; sotto la dominazione francese Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, riarredò alcune delle sale della reggia con mobili in stile Impero. Stile che, durante la Restaurazione, fu adottato anche da Ferdinando III e dal figlio Leopoldo II per il completamento delle decorazioni interne del palazzo, adeguando le linee severe dell'arredamento ai vari revival stilistici riportati in auge dagli esteti ottocenteschi, secondo un gusto apprezzato, dopo l'Unità d’Italia, anche dai Savoia. Proprio con i Savoia ci fu un'ultima rinascita estetica del Palazzo. Spogliando di mobili e suppellettili altre sedi sovrane degli stati preunitari confluiti nel Regno d’Italia (Lucca, Milano, ma anche Colorno e Parma dove a metà XVIII secolo regnò la figlia di Luigi XV di Francia, che si era accaparrata mobili “scartati” a Versailles), elaborarono una particolare forma di eclettismo basata sulla sintesi delle "maniere" del passato, ottenuta con una disinvolta miscela di pezzi antichi e nuovi. Quest'ultimo episodio dinastico, che fece di Pitti un vero e proprio banco di prova dell'arredo del Quirinale, conclude la rassegna della sala, ricordando che molti arredi della reggia fiorentina, dati in dotazione alla corona, passarono poi al Quirinale entrando a far parte definitivamente del patrimonio della Presidenza della Repubblica.  Spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde: "Questa sezione era uno dei progetti presentati nelle settimane dell’insediamento. Si tratta di un contributo innanzitutto alla leggibilità della regia a profitto dei visitatori. I quali, una volta attraversato questo spazio, potranno guardare con maggiore attenzione il patrimonio mobiliare delle sale che attraverseranno. A cominciare dagli appartamenti reali riaperti ormai da un anno. Poi, si tratta di un riconoscimento a tutti coloro che da decenni hanno lavorato – e penso a Enrico Colle come a Alvar Gonzales Palacios – alla doverosa riscoperta di questo mondo creativo per nulla inferiore alle altre forme dell’invenzione artistica così come ingiustamente stabilito da gerarchie accademiche fortunatamente morte e sepolte. Infine, raccontando la storia del Palazzo attraverso questi arredi, si produce spontaneamente, in linea con la sensibilità critica contemporanea, una storia sociale dell'arte". Nell'ex reggia fiorentina, intanto, i lavori fervono come non mai. Oltre al restauro della sala delle Nicchie che accoglie la selezione del mobilio reale, è stata ripensata ed aggiornata l’illuminazione, sempre in Galleria Palatina, della Sala Verde, della Sala della Musica e della Sala della Regina; non solo, è stato interamente restaurato il pavimento della Sala Bianca (dove è anche in partenza un intervento di recupero degli stucchi), liberato dal vecchio bookshop e restaurato il Vestibolo della Galleria Palatina insieme allo scalone di accesso al piano, lanciato infine il bando di gara per la realizzazione di un nuovo sistema di ingressi per i visitatori al Palazzo Pitti. 
—culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Tags: adnkronosnewsregionali
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