(Adnkronos) – L’ultima indagine condotta dall’Osservatorio ASUS Business in collaborazione con Research Dogma, emerge un quadro definito di "incompiutezza" digitale: se da un lato la tecnologia offre soluzioni avanzate per la produttività, dall'altro la cultura organizzativa e i timori legati alla sicurezza frenano l'adozione dell'Intelligenza Artificiale (IA). In Italia, le riunioni rappresentano un appuntamento quotidiano per la stragrande maggioranza dei knowledge workers. Il 77% dei lavoratori partecipa a un numero di incontri che va da uno a cinque a settimana, con una forte incidenza delle video call (utilizzate quotidianamente dal 19% del campione). Tuttavia, la quantità non coincide con la qualità: solo il 23% delle riunioni viene percepito come realmente efficace. Le divergenze di percezione assumono anche una connotazione di genere: mentre il 24% degli uomini lamenta un eccesso di incontri troppo lunghi, il 22% delle donne ravvisa una carenza di momenti di confronto reale. La richiesta comune è chiara: il 45% dei lavoratori esige sessioni orientate ai risultati e il 31% invoca una migliore organizzazione preventiva. Nonostante il dibattito globale sull'innovazione, il 56% dei lavoratori italiani non utilizza strumenti di IA per la gestione dei meeting. Chi lo fa, adotta un approccio frammentario: il 15% ne usufruisce per la redazione di documenti, un altro 15% per spunti creativi e la medesima percentuale per trascrizioni automatiche. Le barriere all'adozione sono molteplici. Nelle Piccole e Medie Imprese (PMI), in particolare, pesano le preoccupazioni relative alla cybersecurity e alla riservatezza dei dati aziendali. Inoltre, si rileva un significativo bisogno di formazione specifica per integrare l'IA nei processi decisionali. "Le riunioni restano un momento cruciale per il lavoro, ma in Italia sono ancora percepite come poco efficaci. La nostra ricerca mostra che l’IA nei meeting è ancora sottoutilizzata e per renderla un alleato strategico è necessario un cambio di passo culturale e organizzativo", ha dichiarato Lavinia Fogolari, Head of Marketing SYS di ASUS. L'indagine ha esplorato anche la percezione della leadership, ponendo una questione provocatoria: meglio un capo umano o uno basato sull'IA? Il 56% degli intervistati preferisce mantenere la leadership tradizionale. Tuttavia, un significativo 24% sostituirebbe il proprio superiore con un sistema di IA, cercandovi probabilmente maggiore equità e prevedibilità nelle decisioni. I giovani sotto i 35 anni si confermano i più propensi alla sperimentazione tecnologica. Rispetto agli over 45, questa fascia demografica utilizza maggiormente l'IA per sintesi documentali e presentazioni, dichiarando una competenza digitale superiore. Per rispondere ai timori sulla privacy evidenziati dalla ricerca, l'evoluzione tecnologica si sta orientando verso soluzioni di IA on-device. Strumenti come AI ExpertMeet rappresentano questa nuova generazione di assistenti capaci di operare direttamente sull'hardware del dispositivo. Queste tecnologie consentono di automatizzare compiti onerosi come la generazione di AI Meeting Minutes (verbali e riassunti automatici), la traduzione simultanea di sottotitoli e l'applicazione di filigrane digitali (Watermark) per la sicurezza delle videochiamate. Il vantaggio risiede nel mantenimento dei dati sensibili all'interno del perimetro locale del PC, eliminando le preoccupazioni legate alla condivisione di documenti interni su piattaforme cloud di terze parti.
—tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)










