Se la digitalizzazione aveva condotto le aziende sulla strada del Cloud Computing, l’attuale situazione sanitaria ha fatto sì che vi fosse un’impennata ancora maggiore in pochissimo tempo. Numerose sono state le attività che hanno deciso di affiancarsi ad un settore virtuale, risolvendo problemi che si sono andati a creare a causa della mancanza di contatto umano. Siamo, infatti, davanti ad un Cloud che permette di condividere e conservare qualsiasi tipo di materiale.
Sebbene possa sembrare di trovarci di fronte ad una decisione temporanea, dettata da leggi superiori, l’obiettivo futuro è quello di rendere questo servizio qualcosa di permanente, che permetta alle singole aziende di dipendere meno da hardware fin troppo limitati.
Cosa è il Cloud Computing? Come si configura? Quali sono le sue strutture interne e cosa offre materialmente?
Per rispondere a questa domanda è necessario, in prima analisi, affrontare il discorso statistica: circa l’84% delle aziende italiane ha inserito il Cloud Computing nella propria business strategy, aumentando in modo esponenziale il bacino d’utenza attualmente raggiungibile.
La necessità di un tale tipo di operazioni è legata in particolar modo ad una nuova tendenza che sta sempre di più facendosi strada nel continente europeo ed in cui l’Italia è divenuta, seppur in poco tempo, vessillo indiscusso; a testimonianza di questa conversione avvenuta celermente, abbiamo numerosi dati statistici. In Europa, rispetto al 2016, l’utilizzo del Cloud Computing è cresciuto del 17%.
In tal senso, questa nuova frontiera tecnologica che sta sempre più addentrandosi nel sistema economico e aziendale del Bel Paese, risulta non solo remunerativa ma porta con sé inevitabili benefici in termini di organizzazione, costi, trasparenza e risposte effettive a delle domande di mercato con un’offerta (nel caso, ad esempio, di e-commerce) sempre disponibile. In questo modo, dunque, l’utente finale è in grado di avere costantemente a portata di mano le risposte che cerca mentre, sul versante aziendale, l’efficienza del Cloud Computing risulta essere garanzia di affabilità ed efficacia.
Tenuto conto di questo fattore, preponderante e sintomatico di una economia che cambia sempre di più e ricerca nuove risposte per l’organizzazione del piano aziendale, il Cloud Computing si configura, nella sua complessità, come una risposta precisa alle necessità del singolo business, mediante le sue tre differenziazioni interne: IaaS, PaaS, SaaS (rispettivamente dal gradino più alto di complessità a quello più basso). La differenziazione tra questi tre distinti settori del Cloud Computing è anche sintomo del grado di differenziazione di servizi richiesto dalle aziende, come anche delle esigenze delle suddette.
- Il SaaS (Software as a Service) è una tipologia latamente diffusa del Cloud Computing. Di particolare importanza, il SaaS non presuppone consapevolezze digitali di sorta ma si configura come un servizio direttamente fornito all’utente. Tra gli esempi disponibili, in questo senso, abbiamo diversi servizi di storaging cui è possibile effettuare l’accesso da ogni tipo di device.
- Il PaaS (Platform ad a Service) è una piattaforma rilvolta ai developers che, partendo da un hardware, se ne servono al fine di creazione di un software. Tale PaaS funge da collegamento tra il SaaS (software) ed l’hardware. Mediante il PaaS possono essere espletati in maniera efficiente i servizi che un’azienda offre, reindirizzandosi verso un più ampio bacino d’utenza ed utilizzando in maniera completa le finalità dell’IT.
- Lo IaaS (Infrastructure as a Sevice) è l’impalcatura sostanziale che tiene in vita il cloud stesso: è un hardware virtuale. Mediante tale IaaS, infatti, non si ha alcun tipo di peso circa l’amministrazione di tale infrastruttura in quanto il peso fisico (cioè d’amministrazione) sarà tutto imbrigliato nel cloud stesso: cioè inesistente.
L’aspetto essenziale di questo tipo di servizi sta nella sua versatilità: l’opportunità di trasferire la propria azienda sul Cloud, infatti, si configura come la scelta ottimale per l’abbattimento dei costi, in virtù anche, e soprattutto, della sicurezza che tale mezzo propone.
Oltre a questi fattori preponderanti nell’analisi del fenomeno, sono da analizzare anche altri tre tipi di funzioni e modalità che il Cloud Computing può possedere: è il caso di Cloud Privato, Pubblico ed Ibrido, ognuno con tre caratteristiche differenti che distinguono la diversa gestione di tali strutture digitali.
Nel primo, infatti, il servizio è a totale appannaggio dell’azienda utente, che ne gestisce in forma privata le caratteristiche senza che queste siano divulgate a terzi.
Nel secondo caso, la struttura è governata da un fornitore (“provider”, in gergo) che si occupa dell’espletazione dei servizi al pubblico. La versatilità ed un nuovo mindset sono incarnati, invece, nell’Hybrid Cloud, che tiene conto dei pregi e benefici dei servizi precedentemente elencati.
In tal senso, dunque, è possibile dire che una traslazione effettiva lungo questa corsia è stata recentemente intrapresa da diversi business italiani, che hanno preferito tale modalità d’erogazione da incorporare nelle strutture interne della propria azienda.
È quanto mai inevitabile, tuttavia, che l’offerta dettata dal fenomeno Cloud Computing ha dato vita a numerose altre figure che hanno sancito una progressiva specializzazione nell’utilizzo di tale servizio. Conseguenza di tutto ciò, ovviamente, per alcuni business, è una visione talvolta negativa (e francamente fuorviante) di questa nuova offerta digitale in quanto, in mancanza di tali figure implementate nell’organico d’azienda, la traslazione a modelli virtuali sarebbe risultata non solo intricata quanto anche difficile nella gestione delle sue fasi.
Sull’altro versante, invece, le aziende che sono riuscite in tale processo di sviluppo, delineano come il Cloud Computing risulti essere una soluzione ottimale alla gestione della propria offerta, in virtù delle motivazioni precedentemente delineate. Un aspetto quanto mai essenziale dell’analisi del fenomeno Cloud Computing, inoltre, è dettata dalle tipologie di business che hanno deciso d’atturare tale traslazione: si tratta, infatti, non solo del settore di marketing (che, su tali basi, sembrerebbe configurarsi come la scelta più ovvia nel fruire di tali servizi) quanto anche del settore sanitario e bancario che stanno sempre più addentrandosi in questa digitalizzazione.
In termini di servizi espletati, dunque, circa tre aziende su quattro si reputano soddisfatte, con un indice di gradimento che non ammette paragoni di ben oltre il 90%.