La cataratta è una patologia oculare molto comune, spesso associata all’invecchiamento. Ma contrariamente a quanto si pensa, non colpisce solo le persone anziane. Può presentarsi in età adulta, adolescenziale, nei bambini e persino alla nascita. Le cause sono numerose: alcune congenite, altre legate a patologie sistemiche, traumi o stili di vita. In questo articolo, approfondiremo le origini, i segnali e le opzioni terapeutiche più moderne, dimostrando perché la cataratta è una condizione da monitorare in tutte le fasce d’età.
Cos’è la cataratta e come si manifesta
La cataratta consiste in un’opacizzazione progressiva del cristallino, la lente naturale dell’occhio. Quando il cristallino perde trasparenza, la luce non viene più messa a fuoco correttamente sulla retina, causando visione sfocata o alterata.
I sintomi più comuni includono:
- Visione annebbiata o sfocata
- Maggiore sensibilità alla luce e abbagliamento
- Difficoltà nella visione notturna
- Percezione dei colori meno vivida
- Cambiamenti frequenti della prescrizione degli occhiali
Questi disturbi iniziano in modo graduale, ma con il tempo possono compromettere significativamente la qualità visiva e la capacità di svolgere attività quotidiane.
Sebbene l’intervento chirurgico rappresenti oggi la soluzione più efficace e consolidata, la ricerca scientifica continua a esplorare strade alternative per il trattamento della cataratta, compresi potenziali approcci farmacologici. Un interessante esempio viene da uno studio che indaga una sostanza presente negli occhi di uno scoiattolo in ibernazione, che potrebbe ispirare un farmaco capace di rallentare o invertire l’opacizzazione del cristallino. Puoi leggere i dettagli di questa possibile innovazione in questo approfondimento.
Cataratta nei giovani: quando e perché si presenta
Sebbene la cataratta senile rappresenti la forma più nota e diffusa, esistono anche varianti congenite e giovanili che possono interessare soggetti ben prima dell’età avanzata. Queste forme precoci sono meno comuni, ma spesso più insidiose perché possono essere sottovalutate o scambiate per altri disturbi visivi, soprattutto nelle fasi iniziali. Comprendere le cause, le caratteristiche cliniche e l’importanza di una diagnosi tempestiva è fondamentale per preservare la funzionalità visiva nel lungo termine.
Forme congenite e infantili
Le cataratte congenite si sviluppano durante la gestazione o nei primissimi mesi di vita e sono spesso bilaterali. In molti casi derivano da anomalie genetiche (come nella sindrome di Down, la galattosemia o malattie metaboliche rare), da malformazioni oculari o da infezioni intrauterine. Le più frequenti sono:
- Rosolia
- Toxoplasmosi
- Citomegalovirus (CMV)
- Herpes simplex
Anche fattori ambientali o condizioni ostetriche, come ipossia neonatale o parto prematuro, possono contribuire all’insorgenza della cataratta.
È importante sottolineare che la cataratta congenita può compromettere lo sviluppo del sistema visivo del bambino, causando ambliopia (occhio pigro) o deficit visivi permanenti se non trattata tempestivamente. Il tempismo dell’intervento chirurgico in questi casi è spesso determinante: si interviene nei primi mesi di vita, eventualmente associando una riabilitazione visiva precoce e un monitoraggio regolare durante la crescita.
Cataratta giovanile o precoce
La cataratta giovanile, definita come quella che compare prima dei 50 anni, può insorgere per molteplici cause, spesso multifattoriali. Può essere monolaterale o bilaterale e il suo decorso può variare da lento e asintomatico a rapido e invalidante.
Le principali cause includono:
- Traumi oculari: urti sportivi, incidenti domestici o lavorativi possono danneggiare direttamente il cristallino, causando opacizzazione precoce. In particolare, le lesioni contusive o penetranti sono tra le più frequenti nei giovani adulti.
- Patologie sistemiche, in particolare il diabete mellito: l’iperglicemia cronica altera il metabolismo del cristallino, favorendo l’accumulo di sostanze che ne compromettono la trasparenza. Studi clinici dimostrano che le persone diabetiche hanno un rischio fino a 5 volte superiore di sviluppare cataratta in giovane età.
- Uso cronico di corticosteroidi: l’assunzione prolungata di farmaci steroidei, sia per via sistemica che topica (colliri), può favorire la formazione di cataratta sottocapsulare posteriore.
- Esposizione a radiazioni e luce UV: soggetti che lavorano all’aperto o in ambienti ad alta esposizione solare, come agricoltori, pescatori, sciatori o saldatori, sono esposti a dosi cumulative di raggi ultravioletti che aumentano il rischio di opacizzazione precoce del cristallino.
- Infiammazioni oculari croniche (come le uveiti): l’infiammazione persistente, unita ai trattamenti corticosteroidei spesso necessari, può accelerare la degenerazione del cristallino.
- Interventi oculari pregressi: in alcuni pazienti operati per altre patologie oculari (come il distacco di retina, il glaucoma o la chirurgia refrattiva complessa), la cataratta può insorgere come conseguenza post-operatoria, anche a distanza di tempo.
A differenza della forma senile, quella giovanile può essere più difficile da individuare nelle fasi iniziali, perché i soggetti colpiti tendono ad adattarsi gradualmente al peggioramento visivo. Tuttavia, i sintomi possono evolvere rapidamente e compromettere seriamente la vista in età lavorativa o scolastica, con ripercussioni importanti anche a livello psicologico e sociale.
Per questo motivo, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza tra i pazienti giovani e tra i medici di base sull’esistenza di queste forme precoci, e sottolineare l’importanza di visite oculistiche regolari, soprattutto in presenza di fattori di rischio.
Quando intervenire: diagnosi e trattamento
Non tutte le cataratte richiedono un intervento immediato. Tuttavia, quando la perdita visiva inizia a interferire con le normali attività quotidiane, la chirurgia rappresenta la soluzione più efficace e definitiva.
L’intervento viene stabilito dopo una visita oculistica approfondita, con l’ausilio di esami strumentali come la biometria oculare, la topografia corneale e l’OCT. In base ai risultati, si pianifica un approccio personalizzato.
In questi casi, l’intervento alla cataratta consente non solo di recuperare la vista compromessa, ma anche di correggere eventuali difetti refrattivi, come astigmatismo o miopia, attraverso l’impianto di cristallini artificiali ad alta tecnologia.
Le moderne tecniche chirurgiche e le lenti intraoculari
Negli ultimi anni, la chirurgia della cataratta ha beneficiato di innovazioni importanti. Questa sezione approfondisce le tecniche più sicure e i dispositivi impiantabili che migliorano la qualità visiva.
Tecniche chirurgiche evolute
L’intervento viene effettuato in regime ambulatoriale e dura in media 10-15 minuti per occhio. Le tecniche più diffuse includono:
- Facoemulsificazione a ultrasuoni: scioglie il cristallino con vibrazioni ultrasoniche e lo rimuove tramite microincisioni.
- Laser a femtosecondi: utilizza impulsi ottici ad alta precisione per frammentare il cristallino, riducendo i tempi di recupero e aumentando la sicurezza dell’intervento.
Cristallini artificiali personalizzati
Al posto del cristallino naturale, viene inserita una lente intraoculare (IOL). Le opzioni oggi disponibili sono numerose:
- Monofocali: per una visione nitida da lontano
- Multifocali: per visione da vicino e lontano senza occhiali
- Toriche: per correggere l’astigmatismo
- Personalizzate/Premium: progettate sulla base delle caratteristiche ottiche individuali del paziente
Queste soluzioni permettono, oltre al recupero visivo, un miglioramento della qualità di vita e una significativa riduzione della dipendenza da occhiali. Le cliniche Vista Vision, grazie all’impiego di tecnologie avanzate e a un approccio orientato alla personalizzazione, offrono oggi le condizioni ideali per affrontare un intervento alla cataratta in totale sicurezza, garantendo risultati eccellenti anche nei casi più complessi.
L’importanza della prevenzione e dei controlli regolari
La cataratta, anche nelle sue forme giovanili, può essere identificata precocemente grazie a controlli oculistici periodici. In particolare, i pazienti con familiarità, patologie sistemiche o fattori di rischio (uso di cortisone, diabete, traumi oculari) dovrebbero sottoporsi a visite specialistiche almeno una volta all’anno.
Riconoscere i sintomi in fase iniziale consente un monitoraggio più efficace e un intervento chirurgico tempestivo, prima che il danno visivo diventi invalidante.
Conclusione
La cataratta non è più un’esclusiva della terza età. Può colpire chiunque, in qualsiasi momento della vita. Essere consapevoli di questo dato è il primo passo per affrontarla correttamente: una diagnosi precoce, una chirurgia moderna e un approccio personalizzato permettono oggi di risolvere il problema in modo definitivo, restituendo ai pazienti – giovani e meno giovani – una vista nitida, stabile e duratura.