(Adnkronos) – Il problema è vecchio di anni. Eppure sempre attuale. Minori stranieri non accompagnati bussano alle porte dei commissariati romani, soprattutto quelli centrali, confidando di trovare una sistemazione. E lì restano, insieme ai fermati in attesa di collocazione nelle case circondariali. Ragazzini di 13, 14 e 15 anni "parcheggiati" nelle sale di attesa dei distretti di Polizia in attesa di una collocazione consona in strutture dedicate e insieme a uomini o donne che come loro aspettano di essere trasferiti, ma in un carcere che abbia posto. La questione denunciata all'Adnkronos dal segretario generale del Siulp Roma, Ignazio Craparotta, comporta la paralisi del sistema intero, con poliziotti e volanti distolte dai servizi perché costretti a fare la spola tra commissariati romani e istituti penitenziari di tutta Italia, i primi pronti ad aprire le porte agli arrestati "senza un tetto". "Il numero di questi minori non accompagnati, per di più nordafricani – sottolinea il sindacalista della Polizia – è oltretutto in costante crescita. Basti pensare che dai 4.687 contati al 31 dicembre 2020 si è arrivati ai 10.053 del 2021 fino al 12.100 del 12 dicembre scorso. Quelli che si presentano, il più delle volte spontaneamente, alle porte dei commissariati romani, 11 al momento quelli ospitati negli uffici di Viminale, sono spesso poi malati: abbiamo avuto il caso di un contagiato dal Covid, non hanno cibo, vestiti. Gli agenti fanno per loro quanto possibile, ma serve una mobilitazione seria da parte degli organismi assistenziali. E' una emergenza che non è più gestibile. All'epoca una soluzione venne trovata collocando in via temporanea nel centro di accoglienza di Villa Spada gli ospiti, oggi non si trovano più soluzioni e la responsabilità anche per gli operatori è troppo grande". "Occorrono strutture e personale specializzato, non può farsene carico l'Amministrazione di Pubblica Sicurezza. Il problema è attenzionato dalla Questura che però non può esser lasciata sola. Ci appelliamo alla politica e a tutte le istituzioni che devono concorrere per individuare una rapida soluzione. Dal canto suo il Comune di Roma individua e predispone l’accompagnamento dei minori nei posti di volta in volta disponibili, che dovrebbero essere i centri di accoglienza delle province limitrofe, quando quelli di Roma sono saturi, ma oramai le destinazioni individuabili sono sempre più fuori Regione e quindi, dal Friuli alla Puglia, la nostra polizia girovaga con questi minori al seguito, spesso malati, facendosi carico di ogni spesa". (di Silvia Mancinelli) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)