Emilia Romagna zona arancione? “Noi già la scorsa settimana abbiamo sfiorato l’arancione. E’ probabile che ci andremo, stiamo aspettando le determinazioni del Comitato tecnico scientifico e poi la decisione del ministro della Salute come avviene in questi casi”. Così il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a margine della posa prima pietra del nuovo centro oncologico a Parma.
Con le varianti del Covid che circolano, “e mi pare che in Italia, anche laddove si rimarrà in giallo, comunque i parametri stanno peggiorando, credo sarebbe il caso, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, di trovarci fra Governo e Regioni, e in tal senso ne ho parlato ieri con la neo ministra Gelmini e ho sentito al telefono Roberto Speranza, per capire, e questo ce lo devono dire gli scienziati, se davvero c’è un peggioramento come vediamo”, ha detto poi a Sky Tg24.
Il sistema delle ‘fasce’ di colore diverso, giallo, rosso e arancione, “ha avuto una sua validità, che abbiamo condiviso con il Governo nei mesi precedenti” ma ora “ho l’impressione che, con l’arrivo delle varianti, vada fatta una valutazione diversa”., ha quindi aggiunto. Qui, spiega Bonaccini, “si rischia di andare in giallo, poi in arancione, qualcuno, ho sentito, potrebbe diventare rosso da domenica, poi si torna indietro. Insomma, si rischia un sali-scendi che genera preoccupazione e non mette un’asticella su quando, non dico si potrà terminare, ma dare un senso di risposta che veda una fine”.
E ancora: “Quando si richiama il lockdown viene in mente qualcosa che non è percorribile, il lockdown che ci fu lo scorso anno teneva chiuso tutto nel Paese. Io mi interrogo solo se questo tema delle fasce colorate, alla luce delle varianti che stanno cominciando a circolare e a far peggiorare, quasi in tutto il territorio nazionale, i parametri, non abbia qualche pecca”. Andrebbe fatta, per Bonaccini, “una riflessione perché questo sistema a colori ha avuto un senso in questi mesi, ma credo che oggi dimostri qualche fragilità. Questo perché il rischio è un saliscendi che non dà certezze per il futuro a chi è in difficoltà”.