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Gel e semipermanenti, occhio alle sostanze tossiche: fuorilegge dal 1 settembre

Da Redazione Ultimenews24.it
22 Agosto 2025
In Attualità
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Gel e semipermanenti, occhio alle sostanze tossiche: fuorilegge dal 1 settembre
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(Adnkronos) –
I nuovi trend viaggiano sui social: unghie glitterate, con tonalità di tendenza tipo mocha musse (il colore del 2025 secondo Pantone), o a tema con decorazioni che sembrano micro opere d'arte. Il mondo di gel e smalti semipermanenti è potenzialmente infinito, una fucina di idee creative che inondano Instagram, Pinterest, TikTok. Passione trasversale che attrae dalle teenager alle donne over 40. Ma dall'1 settembre è in arrivo un cambiamento importante per questi trattamenti molto richiesti, che inciderà sull'attività dei saloni di estetica e nail: per effetto dell'entrata in vigore di un regolamento Ue saranno messi al bando due composti chimici comunemente impiegati per gel e smalti semipermanenti che prevedono l'utilizzo sotto luce UV per farli indurire. Le due sostanze sono ora classificate come potenzialmente "tossiche", informano gli addetti ai lavori, e di conseguenza non si potranno più utilizzare.    Si tratta di "importanti novità che coinvolgono direttamente il mondo dell'estetica e in particolare i trattamenti nail", si spiega in un focus della Cgia di Mestre. In pratica, la Commissione europea ha aggiornato un allegato del Regolamento Clp che disciplina la classificazione ed etichettatura di sostanze chimiche pericolose. Tra le sostanze interessate dalle modifiche figurano: Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide, in sigla Tpo, che è "un fotoiniziatore essenziale per la polimerizzazione degli smalti in gel sotto luce UV"; e Dimethyltolylamine (N,N-dimetil-4-metilanilina), "un condizionante che migliora l'adesione dei prodotti come primer e gel".  Entrambe le sostanze sono ora classificate come 'Repr. Cat 1B'. Di che cosa si tratta lo spiega una portavoce della Commissione europea: "Indica che una sostanza è presunta tossica per la riproduzione umana, principalmente sulla base di studi sugli animali". Le sostanze così classificate "non possono essere utilizzate nei prodotti cosmetici, a meno che non sia stata concessa una deroga specifica. Per i composti Tpo e Dmpt non è stata richiesta né concessa alcuna deroga". Di conseguenza, prosegue, entrambe le sostanze sono state "aggiunte all'elenco degli ingredienti vietati nei cosmetici". Il cambiamento va accolto in un modo costruttivo, secondo gli esperti. "In un momento di grande inquinamento chimico-ambientale a livello internazionale – dalle radiazioni che assorbiamo attraverso computer e telefonini alle radiazioni di un sole che sta 'cambiando', fino alle innumerevoli sostanze chimiche con cui veniamo a contatto – noi subiamo diverse aggressioni. E quando sappiamo che una cosa è potenzialmente rischiosa va eliminata – commenta all'Adnkronos Salute Carla Scesa, chimico e docente di cosmetologia – Penso che gli interessi sia economici che di bellezza possano indurre a fare ricerca, a trovare nuove forme più sicure. Una spinta per tutti. Le proibizioni non vanno prese in senso negativo, dunque, ma come uno spunto per andare avanti".   Il divieto, conferma la portavoce della Commissione Europea, si applica a partire dall'1 settembre 2025, data oltre la quale i prodotti cosmetici contenenti le sostanze in questione non potranno più essere immessi né messi a disposizione sul mercato dell'Ue. "L'applicazione del divieto, comprese le eventuali sanzioni, è di competenza delle autorità di ogni Stato membro. Le sanzioni sono stabilite a livello nazionale e possono variare da Paese a Paese, ma devono comunque essere efficaci, proporzionate e dissuasive".  Per le due sostanze classificate come potenzialmente tossiche c'è sia il divieto di immissione sul mercato che il divieto di utilizzo nei centri. Per quanto riguarda le aziende del settore cosmetico, Cosmetica Italia riferisce di aver informato le sue associate con due circolari (una di gennaio 2024 e una di maggio 2025) sul cambiamento normativo, ricordando i contenuti del divieto e anche che dall'1 settembre i prodotti che risulteranno essere ancora in distribuzione non potranno più essere venduti e dovranno essere ritirati dal mercato.
 
Per gli estetisti, si legge nel focus sul portale della Cgia di Mestre, "l'aspetto più rilevante è che non sarà più possibile utilizzare questi prodotti nemmeno se già in possesso, poiché il regolamento europeo si applica anche agli 'utilizzatori finali', cioè tutti i professionisti che impiegano le sostanze nell'ambito delle proprie attività. Questo implica che gli operatori dovranno verificare la composizione dei prodotti in uso ed eventualmente confrontarsi con i fornitori per chiarimenti". Non viene invece "specificato dalla normativa se i prodotti non conformi vadano restituiti ai fornitori o smaltiti in autonomia: questo aspetto" è "oggetto di accordi tra le parti". Sicuramente, però, dall'1 settembre dovrà iniziare l'era 'Tpo free'.   Sanzioni, sequestri e confische". Ecco "quello che aspetta l'estetista nel caso non si attenga all'obbligo di legge di divieto di uso di prodotti di smalti semi permanenti per le unghie che contengono determinate sostanze", dice all'Adnkronos/Labitalia, Roberto Papa, segretario nazionale Confestetica, Associazione nazionale estetisti. "Il fabbricante onesto e professionale di smalto semipermanente per le unghie già dal 2023 doveva smettere di usare i prodotti per la produzione perché già si sapeva che sarebbe scattato il divieto", osserva Papa. "La categoria deve fare molta attenzione a eventuali svendite fatte negli ultimi mesi dai produttori. Si rischia di acquistare a buon prezzo prodotti che non si possono più usare dall'1 settembre".  "Lo smaltimento delle eventuali scorte di prodotti vietati che il centro estetico ha – spiega ancora – deve farlo il fornitore che è obbligato a sostituire il prodotto con quello 'in regola' con la legge. Fermo restando che il fornitore stesso rischia di fallire nel momento in cui è chiamato a riprendere indietro grosse quantità di prodotto. Una situazione questa che si presenta nel caso di più centri estetici clienti".  Parlando della normativa ValItalia pmi, sindacato dei datori di lavoro, rimarca che "è importante leggere attentamente le etichette dei prodotti e affidarsi a professionisti seri per evitare rischi per la salute. La normativa che regola il settore della ricostruzione e decorazione unghie in Italia, e in particolare l'uso del gel per unghie, è complessa e in parte demandata alle singole regioni. Esiste una distinzione tra l'attività di onicotecnica e l'attività di estetista". L'estetista può applicare smalti e decorazioni, ma non effettuare ricostruzioni che comportino l'allungamento dell'unghia naturale. L'onicotecnica si occupa di allungamento e ricostruzione unghie,che include l'applicazione di gel (non esiste una legge che vieti il trattamento su minori, ma molti professionisti preferiscono non eseguirlo sotto una certa età, solitamente 16 anni). I prodotti usati devono essere sicuri per la salute umana, registrati al portale Cpnp prima di essere immessi sul mercato, e non contenere determinate sostanze pericolose, come il Tpo. Le etichette devono riportare l'elenco completo degli ingredienti, i dati del produttore o importatore, il numero di lotto e le indicazioni d'uso.  "Sicuramente" i divieti che scatteranno sono "una misura di tutela importante per la salute", che "va rispettata al di là di ogni ragione economica. Bisognerà verificare, e saremo attenti in tal senso, che anche nei saloni e nei centri estetici siano altrettanto attenti. Ci auguriamo che i fornitori sostituiscano tali prodotti con altri Tpo free senza eccessivi aggravi che, ovviamente, si ripercuoterebbero sui consumatori. I consumatori devono chiedere all'operatore del centro estetico di prendere visione del prodotto utilizzato per accertarsi che sia Tpo free", spiega Giovanna Capuzzo vicepresidente Federconsumatori.  "Per chi invece utilizza questi prodotti a casa è necessario controllare l'etichetta che riporta gli ingredienti (Inci) del prodotto. Se trovate scritto Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide, Tpo o Diphenyl(2,4,6-trimethylbenzoyl)phosphine oxide, il prodotto non potrà più essere usato".  "Le aziende – conclude – stanno aggiornando le formule, ma è bene stare con gli occhi ben aperti in questa fase di transizione per non imbattersi in prodotti fuori legge. Nel caso si riscontrassero irregolarità consigliamo di rivolgersi ai vigili, o ai carabinieri per segnalare i prodotti irregolari ancora in commercio". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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