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Omicidio Cerciello, appello bis per Elder e Hjorth: la decisione della Cassazione

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16 Marzo 2023
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Omicidio Cerciello, appello bis per Elder e Hjorth: la decisione della Cassazione
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(Adnkronos) – Appello bis per Gabriel Natale Hjorth per il concorso nell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate il 26 luglio del 2019 a Roma mentre per Finnegan Lee Elder per le sole aggravanti e per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. E’ quanto hanno deciso i giudici della prima sezione penale della Cassazione che hanno annullato con rinvio a una nuova sezione della Corte d’Appello di Roma la sentenza che aveva condannato a 24 anni Elder e a 22 Hjorth.  

La procura generale aveva chiesto invece la conferma delle condanne. Il carabiniere Cerciello “era disarmato e dopo essersi identificato è stato ucciso con 11 coltellate in 20 secondi”, ha ricordato Loy durante la requisitoria. 

“I ricorsi delle difese devono essere ritenuti inammissibili – aveva sottolineato- Le sentenze hanno ricostruito la vicenda nei minimi dettagli. Cerciello non aveva motivi per aggredire Elder, che ha tirato subito fuori il coltello sapendo che Cerciello era un carabiniere perché si era qualificato”. 

“E’ escluso che gli imputati potessero pensare che i due carabinieri in borghese fossero dei criminali” ha detto il sostituto procuratore generale. Quanto alla posizione di Natale Hjorth, ha aggiunto: “E lui che dà il contributo principale per la tentata estorsione, sa che Elder ha un coltello con sé ed è lui che dopo l’omicidio nasconde l’arma nel controsoffitto della loro stanza in albergo”. 

In primo grado, dopo l’inchiesta della Procura di Roma, i due americani erano stati condannati all’ergastolo. Era la notte del 26 luglio 2019 quando il carabiniere, in servizio con il collega Andrea Varriale, venne ucciso a poche centinaia di metri dall’albergo dove alloggiavano i due giovani americani, Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, arrestati poche ore dopo il delitto. Il vicebrigadiere, quella notte, insieme al collega Varriale era in via Pietro Cossa per recuperare la borsa che i due americani avevano portato via a Trastevere a Sergio Brugiatelli, ‘intermediario’ con i pusher a cui si erano rivolti Elder e Hjorth per acquistare cocaina ricevendo in realtà tachipirina. 

I due giovani americani, dopo il furto dello zaino, avevano organizzato un ‘cavallo di ritorno’ per riavere soldi e droga. All’appuntamento però si erano presentati i due carabinieri in borghese e Cerciello morì sotto le coltellate inferte da Elder. I due diciannovenni dopo l’omicidio erano rientrati nell’hotel Meridien di via Federico Cesi dove sono stati individuati e fermati. Nella stanza dell’hotel gli investigatori trovarono anche il coltello usato per colpire Cerciello, nascosto nel controsoffitto. Grazie alle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, allora guidati dal colonnello Lorenzo D’Aloia, con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Nunzia D’Elia, la Procura di Roma chiese e ottenne il giudizio immediato per i due giovani. 

“Esprimiamo grande soddisfazione per l’esito, abbiamo finalmente qualcuno che ha sentito le nostre ragioni. Adesso si apre una nuova pagina nel processo”, ha affermato l’avvocato Fabio Alonzi, difensore di Gabriel Natale Hjorth. “La Corte ha evidentemente riconosciuto la fondatezza delle nostre censure sugli errori compiuti dai giudici di merito che avevano ritenuto il concorso di Gabriel Natale nell’omicidio. Una affermazione incompatibile con tutti i risultati della prova”, ha detto all’Adnkronos l’avvocato Francesco Petrelli, difensore insieme al collega Alonzi, di Hjorth. 

“Siamo soddisfatti per l’annullamento della sentenza. Ci sarà un nuovo processo sul cuore della vicenda, se i carabinieri si siano o meno qualificati come appartenenti alle forze dell’ordine. E questo apre lo spazio a una nuova quantificazione della pena”. Così l’avvocato Roberto Capra, difensore di Finnegan Lee Elde. 

“Dal primo minuto in cui abbiamo esaminato le carte processuali abbiamo capito che Elder non aveva assolutamente capito di trovarsi davanti a due carabinieri. Quell’intervento è stato anomalo”, ha deeto dal canto suo l’avvocato Renato Borzone, difensore di Elder. “All’atto pratico questa decisione potrebbe avere una grande rilevanza sulla pena” ha aggiunto. 

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