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Home Salute e Benessere

Sanità, Osservatorio infermieri: il 58% valuta di lasciare e il 51% ha subito un’aggressione

Da Redazione Ultimenews24.it
29 Maggio 2025
In Salute e Benessere
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Sanità, Osservatorio infermieri: il 58% valuta di lasciare e il 51% ha subito un’aggressione
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(Adnkronos) – Quasi 6 infermieri su 10 (58%) hanno valutato l'ipotesi di lasciare la professione o di cercare opportunità lavorative all'estero, per il 22% la retribuzione è insufficiente, il 51% ha subito almeno un'aggressione, l'83% richiede una formazione più specializzata e pratica per valorizzare il ruolo infermieristico. Sono alcuni dei risultati emersi dalla prima indagine dell'Osservatorio di Club Infermieri, che ha raccolto esperienze e prospettive della categoria, fulcro del sistema sanitario italiano. Gli infermieri – ricorda una nota – rappresentano un punto di riferimento per pazienti e famiglie, un anello fondamentale nella rete dell'assistenza, tanto in ospedale quanto sul territorio, per garantire qualità, continuità e umanizzazione delle cure. Tuttavia, la crescente complessità clinico-organizzativa, la carenza cronica di personale e il limitato riconoscimento delle competenze professionali stanno mettendo sotto pressione l'intera categoria, incidendo negativamente sul benessere degli operatori e sull'efficienza complessiva del sistema. L'Osservatorio di Club Infermieri, nato proprio per ascoltare i bisogni della categoria e rispondere con servizi e strumenti concreti e mirati, ha dunque condotto la prima indagine sui protagonisti di questa categoria. Ciò che emerge dal campione intervistato, composto in prevalenza da dipendenti pubblici (69%) con elevata esperienza (il 76% ha oltre 20 anni di anzianità di servizio), è un quadro desolante e denso di criticità: dalla frustrazione per le scarse qualità del lavoro e le basse retribuzioni, alle preoccupazioni per i numerosi episodi di violenza, alla necessità di puntare sul miglioramento dei percorsi accademici. Il benessere degli infermieri risente fortemente di un equilibrio tra vita privata e lavoro percepito come insoddisfacente. Solo il 6% dei partecipanti si dichiara pienamente soddisfatto nella capacità di conciliare impegni professionali e personali, mentre oltre un quarto del campione (27%) assegna un punteggio molto basso (1 o 2 su 5), evidenziando un disagio diffuso. Al primo posto tra le criticità c'è la retribuzione, ritenuta insufficiente dal 22% del campione, seguita dalla necessità di un maggiore riconoscimento professionale (19%) e dalla cronica carenza di personale (16%), fattori che influenzano direttamente la qualità e la sostenibilità dell'assistenza. Accanto a queste, si evidenziano l'elevata responsabilità non sempre accompagnata da adeguate tutele (14%) e le limitate opportunità di carriera (14%), aspetti che alimentano il desiderio di crescita e sviluppo professionale. In particolare, uno dei segnali più rilevanti emersi dall'indagine riguarda la necessità di riflettere sul proprio futuro professionale, con il 58% che ha valutato l'ipotesi di lasciare la professione o di cercare opportunità all'estero, mentre il 36% esclude questa possibilità e il 6% ha già compiuto questo passo. Le motivazioni che spingono a considerare questa scelta riflettono sfide strutturali da affrontare con urgenza: la retribuzione troppo bassa per il 34%, le condizioni di lavoro percepite come difficili (15%), la carenza di opportunità di crescita professionale (17%) e il desiderio di un riconoscimento più solido, simile a quello riscontrato in altri Paesi (15%). Dall'indagine emerge un quadro complesso e impegnativo della quotidianità lavorativa degli infermieri. Quasi la metà (48%) dichiara di svolgere con frequenza mansioni non coerenti con il proprio profilo professionale, mentre un ulteriore 37% lo fa occasionalmente. Parallelamente, si registra una significativa incidenza di episodi di aggressione: il 29% degli infermieri ha subito più volte violenze verbali o fisiche durante il lavoro, mentre il 51% le ha vissute almeno una volta. Questi dati sottolineano l'urgenza di interventi mirati per garantire la sicurezza degli operatori. A proporre misure volte a contrastare le aggressioni sono gli stessi operatori sanitari. Tra quelle più ricorrenti, l'istituzione di posti fissi di polizia all'interno degli ospedali, soprattutto nei pronto soccorso, e la presenza costante di personale addetto alla sicurezza o guardie giurate. Viene inoltre richiesto un aumento del personale infermieristico, per evitare il lavoro in condizioni di solitudine o sovraccarico. Molti infermieri sottolineano anche l'importanza della certezza della pena per gli aggressori, con sanzioni penali ed economiche severe, e l'equiparazione giuridica degli infermieri a pubblici ufficiali. Altre proposte includono l'adozione di barriere fisiche nei luoghi a rischio, l'educazione civica e sanitaria della popolazione, campagne informative, formazione specifica per la gestione dei conflitti, supporto psicologico post-evento e un impegno più concreto da parte delle direzioni sanitarie, delle istituzioni e degli organi professionali. L'indagine evidenzia come oltre la metà degli infermieri (54%) percepisca il percorso universitario come ancora migliorabile, segnalando la necessità di una preparazione più aderente alle sfide reali della professione. Il forte interesse per la specializzazione, espresso dall'83% dei professionisti, testimonia una grande voglia di crescita e aggiornamento continuo. Le aree maggiormente richieste – telemedicina e sanità digitale (19%), area critica (17%), assistenza domiciliare e territoriale (16%) e case management (15%) – riflettono le trasformazioni in atto nel sistema sanitario. Quando si indaga sulle necessità, emerge con chiarezza la domanda di strumenti e servizi concreti in grado di migliorare l'esperienza professionale e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. La formazione Ecm di qualità rappresenta la priorità assoluta (21%), a conferma del desiderio di aggiornamento continuo e specializzazione. Parallelamente, un'ampia fetta di professionisti (16%) richiede assistenza legale per questioni lavorative e contrattuali. Parimerito si posiziona la richiesta di strumenti di telemedicina (16%), per facilitare il rapporto con i pazienti e innovare la pratica infermieristica. Infine, il supporto assicurativo e le consulenze su fisco, previdenza e carriera completano il quadro delle esigenze (12%). In questo contesto, Club Infermieri – conclude la nota – offre un ecosistema digitale innovativo, pensato su misura per le esigenze degli infermieri italiani, che qui possono trovare oltre 200 corsi Ecm online, esperienza formativa immersiva, tutela legale e servizi assicurativi, spazio per il networking con i colleghi per aumentare le proprie opportunità professionali, servizi per l'assistenza domiciliare, sconti e convenzioni, un programma fedeltà e anche un assistente personale dedicato per completare la formazione senza difficoltà. Maggiori informazioni sul sito di Club Infermieri. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Tags: adnkronossalute
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