Preoccupa la diffusione delle varianti di coronavirus nelle ultime settimane, tanto da far temere l’arrivo di una terza ondata” di covid mentre il numero delle vittime si avvicina sempre più a quota 100mila (96.974). “Se le misure restrittive del periodo natalizio hanno aiutato a prevenire” un’impennata dei contagi, “la diffusione delle varianti nelle ultime settimane sembra far materializzare lo spettro della terza ondata”. A riepilogare uno degli elementi che emergono dall’ultimo report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei sistemi sanitari dell’università Cattolica (Altems) di Roma è il suo direttore, Americo Cicchetti. “La settimana appena trascorsa – spiega – evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 133 ogni 100mila residenti. Non solo l’incidenza, ma anche altri parametri, che stiamo monitorando con i nostri Instant Report settimanali, sembrano oscillare in modo preoccupante in quest’ultimo periodo”.
Nella 41esima puntata del report si confermano differenze significative in termini di incidenza nelle diverse Regioni. I dati al 22 febbraio mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (387.903) sulla popolazione nazionale è pari a 0,65% (in calo rispetto ai dati del 15 febbraio in cui si registrava lo 0,67%). La percentuale di casi (2.818.863) sulla popolazione italiana è “in sensibile aumento, passando dal 4,58% al 4,73%”.
Il primato per la prevalenza periodale, che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato, si registra nella Provincia autonoma di Bolzano (9,72%), in Veneto (6,70%) e in Valle d’Aosta (6,38%), ma è su Bolzano (1,30%), Campania (1,25%) e Abruzzo (1,00%) che oggi si ha la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre Regioni, e con un media nazionale pari a 0,65% (in calo rispetto ai dati del 15 febbraio). Nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 793 casi ogni 100mila residenti, in calo rispetto alla settimana precedente.
Per quanto riguarda la letalità, ossia il rapporto decessi/positivi a Sars-CoV-2, nell’ultima settimana analizzata “la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 3,85 per 1.000, in aumento rispetto alla scorsa settimana analizzata (3,76 per 1.000)”, si legge nel rapporto. “Il dato più elevato si registra in Molise, pari a 10,28 per 1.000, e in Liguria, pari a 7,83 per 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo”, precisano gli esperti. Quanto alla mortalità, ossia il rapporto decessi/popolazione, “nell’ultima settimana la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 3,05%, stabile rispetto alla scorsa settimana analizzata (3,07%). L’Umbria è di poco sotto il valore soglia, registrando una mortalità grezza pari a 8,16%, seguita da Provincia autonoma di Bolzano a 7,89% e dal Molise a 7,32%”.









