La pandemia ha cambiato tutti noi e il modo di vedere e vivere la quotidianità. Abbiamo vissuto, chi più leggera e chi più pesantemente, il confinamento obbligatorio. Ma siamo riusciti ad adattarci al cambiamento in modo anche positivo, grazie alla tecnologia e -incredibilmente- alle condizioni di spazio-tempo ben particolari.
Chissà quante cose riusciremo a creare se pensassimo ad ogni situazione come un’opportunità?
Quante volte abbiamo desiderato di averne del tempo libero per riposarci, per stare insieme ai nostri cari, goderci la casa che con tanto sforzo paghiamo o semplicemente per “fare niente”? Viviamo in una società che ci impone un ritmo veloce; un mondo in cui l’informazione abbonda ma se ne fa poco tesoro del suo contenuto. Un mondo dove tutto gira intorno all’immediatezza.
Il lockdown, cioè il periodo di isolamento sociale che abbiamo vissuto durante i mesi più duri della pandemia, è stata una disgrazia per alcuni e un’opportunità per altri. Fatto sta, che la maggior parte delle persone ha sentito l’effetto positivo del lockdown, perché ha potuto in qualche modo tornare a occuparsi di sé stessi, di nutrirsi e fare cose che normalmente vorrebbe fare, ma che non trova il tempo. Hobby, corsi di ogni genere, manualità, lettura di libri che aspettavano sugli scaffali da tempo, imparare uno strumento e perfino nuovi progetti son nati, non necessariamente legati alla propria attività.
Tanti hanno dovuto reinventarsi in termini lavorativi, e hanno saputo saggiamente adattarsi, principalmente grazie alla tecnologia. Come nel caso dei professori ed insegnanti (di ogni materia, dalle scuole alle danze), che hanno saputo adattare i contenuti e le modalità di insegnamento tramite lo schermo.
Infatti molte sono state le persone che hanno preso un uncinetto in mano per la prima volta e hanno realizzato delle vere e proprie opere d’arte, i cosiddetti amigurumi.
L’ozio creativo
Di solito si pensa che il troppo tempo libero, specialmente in condizioni ben particolari come quelle vissute, porti alla pigrizia e ad essere svogliati. Come infatti lo afferma anche il proverbio: “l’ozio è il padre dei vizi”, ma… è veramente così la questione? Dipende dai punti di vista, dalla personalità, dalla curiosità e dalle risorse che si abbiano a disposizione. Nel 2020 è difficile pensare che qualcuno non abbia accesso a internet da qualche dispositivo, dove navigando in rete si trovano infinite opportunità per applicarsi ai propri interessi, anche in modo gratuito.
Viviamo tempi di continua evoluzione. E siamo messi alla prova davanti a ogni cosa nuova che appare per “renderci la vita più facile” o per “avvicinarci” (paradossalmente stando dietro ad uno schermo) nell’era della virtualità.
Ci sono quelli che si sono inventati un lavoro per necessità o per adeguarsi ai tempi; chi ha fatto il proprio imprendimento virtuale prendendo esempio o ispirazione da colleghi o amici; chi ha approfittato per conoscere le arti ed avvicinarsi alla cultura, alla musica, alla letteratura. Questo fenomeno viene definito dallo studioso De Masi come ozio creativo, che in poche, parole significa saper adattarsi e apprendere davanti al cambiamento e alla velocità del mondo moderno. Si tratta di imparare ad imparare. Continuamente. E davanti a qualsiasi situazione.
L’informazione è oro, è potere, ma bisogna saperla usare a nostro favore e beneficio. Riuscendo a nutrirsi di conoscenza e potendo utilizzarla creativamente per produrre qualcosa di diverso, ha fatto che i muri di tante abitazioni diventassero invisibili, perché la mente si è occupata di creare il nuovo, facendo che la percezione dello spazio e del tempo non fosse una barriera, bensì un’enorme vantaggio.
Ozio e creatività ai tempi dei Greci
Il noto filosofo greco Seneca, ne parlava dell’ozio creativo. È stato lui stesso a coniare il termine e sosteneva che questo fosse la parte più importante per l’essere umano perché dedica alla ricerca di sé stesso. A quei tempi, l’uomo utilizzava il suo tempo per nutrire la mente e l’anima attraverso la conoscenza delle scienze e le belle arti e, così facendo, avrebbe raggiunto la saggezza e la sapienza per poter far parte attiva della vita politica e sociale.
Col tempo però, il termine ozio ha preso un’accezione del tutto negativa, specialmente agli occhi della società industriale e postindustriale.