Quando arriva un neonato in famiglia, tra i momenti più attesi c’è sicuramente la pronuncia di mamma o papà per la prima volta. Che emozione! Il linguaggio viene acquisito in modo così naturale, ma che dire se rispetto ai coetanei notiamo un ritardo del linguaggio? Quando è il momento di preoccuparsi e cosa bisogna fare?
Quando si può parlare di ritardo del linguaggio
Ogni bambino ha i suoi tempi. Questa è una realtà di cui bisogna tener sempre conto sia per lo sviluppo psicomotorio che per il linguaggio. Tuttavia, per quanto riguarda il linguaggio in particolare, il processo evolutivo di crescita del bambino lo porta ad acquisire l’uso della parola attraverso alcuni passaggi, in un certo senso obbligati. I principali sono la lallazione, la comunicazione verbale intenzionale (quando inizia a dire mamma e papà), la comunicazione gestuale, e in seguito passerà dalle prime parole fino a formulare le prime frasi complete. Quando il passaggio attraverso queste tappe ritarda, ci dobbiamo preoccupare?
Parlatori tardivi o ritardo semplice di linguaggio
È bene precisare che non sempre un ritardo nel parlare ci deve preoccupare. Ciò nonostante è bene prestarvi la giusta attenzione. Quando un bambino di 24 mesi ha un vocabolario di meno di 50 parole oppure a 30 mesi non riesce a combinare 2 parole per formare le prime piccole frasi, possiamo avere davanti a noi un parlatore tardivo. Spesso in questo caso a 3 anni recupererà in modo spontaneo il ritardo di linguaggio. Però se si nota anche delle difficoltà di comprensione sarebbe buono parlare col pediatra e fare valutare la condizione da un logopedista anche già all’età di 2 anni.
A partire dai 3 anni, si può delineare in modo più preciso un quadro clinico. In questo caso sarà il neuropsichiatra a fare una valutazione funzionale del piccolo e, se presente, diagnosticare un eventuale Disturbo Specifico di Linguaggio.
Perché prestare attenzione ad un ritardo nello sviluppo del linguaggio?
Col fatto che ogni bambino ha i suoi tempi e che noi genitori impariamo e/o comprendiamo il loro linguaggio (anche se quasi incomprensibile), non è raro che bambini entrino alla scuola materna o anche alla scuola primaria con una qualità di linguaggio scadente. Questo caso può essere molto deleterio per il bambino. Perché?
Gli studi scientifici dimostrano un altissima relazione tra i ritardi di linguaggio e i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Non ne saranno direttamente la causa, ma possono aggravarne in maniera pesante gli effetti. A quel punto spesso ci si chiede come curare la dislessia nei bambini, ma la valutazione precoce di un ritardo di linguaggio da parte di un logopedista o un neuropsichiatra farà una notevole differenza nel far fronte al disturbo stesso. Quindi se notiamo o sospettiamo un ritardo nelle varie tappe di acquisizione del linguaggio non dobbiamo esitare a parlarne col pediatra o con un logopedista.
Davanti ad un ritardo del linguaggio, cosa fare?
Non dovremmo aver paura di affrontare la situazione, perché il linguaggio è una componente fondamentale della vita della persona sia a livello relazionale/emotivo, che poi scolastico e lavorativo. Le ricerche neurologiche hanno dimostrato una eccezionale plasticità del cervello dei bambini, cioè la capacità di creare nuovi collegamenti neurali, ciò significa che un intervento mirato fatto anche molto presto avrà i risultati migliori.
Quali ne saranno i benefici:
- la risoluzione della problematica prima;
- la riduzione dei rischi di dislessia o altri disturbi specifici di apprendimento;
- il rafforzamento della fiducia e dell’autostima del bambino, sia a livello scolastico che nei rapporti interpersonali.
Pertanto quando si nota un ritardo del linguaggio è essenziale fare una valutazione il prima possibile da parte di un logopedista o un neuropsichiatra.